Il dato “più preoccupante” secondo Bratti, riguarda “l’alto livello di contaminazione di un’area del Mar piccolo di Taranto e delle acque di falda di Statte, dove alcune cave dismesse vennero in passato utilizzate come discariche di rifiuti speciali e pericolosi”. “Nel quadro istituzionale e normativo della bonifica dell’area extra Ilva – prosegue- ci sono poi paradossi illustrati da Corbelli che meriteranno ulteriori approfondimenti”.
“Il commissario del Sin di Taranto Piero Gnudi, da parte sua, – continua Bratti- ci ha informato di lavorare senza budget, cosa che lo costringe a pagarsi di tasca propria la carta, i viaggi e le altre spese. Ci auguriamo che venga messo nelle condizioni di lavorare nel modo migliore possibile”. Bratti riferisce ancora che “sono stati anche sottolineati alcuni punti critici della perimetrazione del Sin che non include, ad esempio, il quartiere Tamburi”. “Alla fine delle audizioni, la commissione ha chiesto di poter acquisire ulteriore documentazione relativa alla gestione dei rifiuti prodotti dallo stabilimento di Taranto che è considerata oggi una delle più grandi area da bonificare d’Europa”. (AdnKronos)
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