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Peacelink: “Ilva fuori norma al 24%”

“Abbiamo approvato un’Aia che e’ una delle più avanzate al mondo, la stiamo attuando – siamo al 75% – e mi sono anche un po’ meravigliato che ci sia ancora questa procedura di infrazione”. Quando il Commissario straordinario dell’Ilva Piero Gnudi dice una cosa del genere, riferendosi al parere motivato della Commissione Europea sull’ILVA, si dà la zappa sui piedi. Infatti le prescrizioni AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) sono 96 per l’ILVA. Di queste 96 prescrizioni ben 95 dovevano essere GIA’ STATE REALIZZATE alla data di oggi. Solo per la prescrizione n.1 (copertura parchi minerali) veniva concesso tempo fino al 27/10/2015.
Basta vedere la tabella riassuntiva delle prescrizioni AIA:
Quindi l’ILVA per essere a norma di fronte alla Commissione Europea ad oggi dovrebbe aver realizzato il 99% delle prescrizioni dell’AIA e non il 75%, come ammette Gnudi. L’AIA è infatti un permesso di produzione e di tutela dell’ambiente che va rispettato integralmente in tutt’Europa. Il 24% di prescrizioni AIA ILVA non realiizzate sono proprio quelle più costose e più importanti per la tutela dell’ambiente e della salute.
Quando il Commissario Straordinario dell’ILVA fa una dichiarazione così, implicitamente dice che l’ILVA non è a norma al 24% (99%-75%=24%), se si fa il conteggio delle prescrizioni dell’AIA del 2012 che – sulla base della stessa legge “Salva ILVA” – avrebbero dovuto garantire una fabbrica “sicura”. La stessa Corte Costituzionale aveva dato disco verde alla legge “Salva-ILVA” a condizione che fosse rispettato il cronoprogramma AIA. Oggi scopriamo che quel cronoprogramma non è realizzato per un quarto! E questo lo apprendiamo per esplicita ammissione di chi dovrebbe garantire l’attuazione integrale dell’AIA!.
Se un meccanico dicesse che la nostra auto è a norma al 75%, saremmo sicuri di viaggiare? E se in quel 25% non a norma ci fossero proprio i freni? E se i carabinieri ci fermassero mentre guidiamo un’auto a norma al 75%, siamo sicuri che ci consentono di ripartire e non ci fanno una multa? L’Europa non accetta fabbriche parzialmente a norma. E per questo stanno passando alla fase 2 della procedura di infrazione.
Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink
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