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Porto di Taranto: la vertenza in Parlamento

Il Centro Democratico porta in Parlamento la questione dei lavori al porto. Ad affermarlo, in una nota, è Massimiliano Stellato, Coordinatore Provinciale di Centro Democratico. “Non potevamo – sostiene l’esponente del partito di Bruno Tabacci – restare indifferenti ad una vertenza che interessa, oltre l’indotto, ben 550 lavoratori con le loro incolpevoli famiglie“. Secondo Stellato “la realizzazione delle necessarie opere infrastrutturali al porto di Taranto, riconosciuto come scalo di interesse strategico nazionale e comunitario, è ormai improcrastinabile. Il trascorrere degli anni fa aumentare a dismisura il rischio che i terminalisti abbandonino il nostro porto per scegliere scali concorrenti mettendo a repentaglio ancor più l’economia della provincia di Taranto e parte di quella nazionale”. “Per questi motivi – conclude Massimiliano Stellato – ai nostri rappresentanti in Parlamento abbiamo richiesto, con il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali territoriali alle quali va il nostro ringraziamento, l’istituzione di un tavolo politico-istituzionale che consenta di ridurre drasticamente le lungaggini burocratiche, risolvere velocemente le questioni pendenti in capo alla giustizia amministrativa e cantierizzare immediatamente le opere infrastrutturali per dare il definitivo slancio al porto di Taranto”.

Porterò la questione del porto di Taranto in Parlamento”. E’ quanto affermato ieri da Gianfranco Chiarelli, onorevole e parlamentare di Forza Italia. La dichiarazione giunge dopo l’incontro di ieri mattina con i lavoratori impegnati in un sit-in davanti alla sede della Provincia, in occasione delle elezioni del presidente, attualmente in corso. Al termine di un ampio dibattito con i lavoratori ha affermato: “Prendo atto di una iniziativa civile e corretta dei lavoratori del porto. Attiverò da subito ogni utile iniziativa a livello parlamentare. Rilevo allo stesso tempo che non vi è stato fino ad oggi alcun coinvolgimento diretto da parte degli enti preposti e delle forze sociali nei miei confronti”.

E per il terminal container di Taranto, che fa capo alla società Taranto container terminal partecipata dalle compagnie Hutchinson ed Evergren, si è aperta una fase di tregua dopo l’accordo in Prefettura e l’impegno di Tct di non sospendere del tutto l’operatività dell’infrastruttura portuale a causa dei lavori di ammodernamento ma di mantenere comunque una quota di traffico. E’ infatti garantito l’approdo settimanale di una nave “shuttle” che fa la spola tra il Pireo e Taranto e sbarca i container destinati al mercato locale e di un’altra unità di una compagnia associata ad Evergreen che assolve alla stessa funzione. Resta invece confermata la decisione di Evergreen di non far più attraccare a Taranto, dai giorni scorsi, le navi impiegate su rotte oceaniche perché non ci sono fondali di profondità adeguata. Si attende intanto per i prossimi giorni la convocazione di un vertice a Roma, presidenza del Consiglio o ministero delle Infrastrutture, tra le parti firmatarie dell’accordo di giugno 2012 sul porto di Taranto. “Può sembrare che non si sia fatto nulla in questi mesi – afferma il presidente dell’Autorità portuale di Taranto, Sergio Prete, all’agenzia di stampa AGI – ma non è così se consideriamo che nei grandi corridoi trasportistici europei non c’eravamo e oggi ci siamo, che con la riforma si voleva cancellare l’Authority di Taranto accorpandola ad altre mentre ora conserverà la sua autonomia. Tct ha contestato i nostri ritardi infrastrutturali, ma che i lavori pubblici in Italia abbiano un iter complicato è cosa nota. E poi – aggiunge Prete – il progetto della piastra logistica di Taranto, pure autorizzato dal CIPE e inserito nella Legge Obiettivo, ha dovuto aspettare dieci anni prima di veder partire i cantieri e ora, l’anno prossimo, le prime opere funzioneranno. In quanto al terminal container, è dal 2012 che si è davvero messo mano alle progettazioni. Chiediamo quindi a Tct e alle parti coinvolte di poter gestire insieme la fase di transizione dovuta all’ammodernamento infrastrutturale sapendo che questo ci porterà ad avere un porto più competitivo”.

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