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TarantoRespira: industria, lasciapassare per inquinare?

Il movimento civico ‘TarantoRespira’ è in attesa di vedere cosa faranno le istituzioni dopo l’ennesimo scempio ambientale che si consumato questa volta nel nostro mare. Con questo ulteriore incidente, lo sversamento in mare di olio lubrificante, la grande industria ha mostrato ancora una volta la sua pericolosità e incapacità di evitare episodi del genere. Vorremmo inoltre vedere le facce dei vari ex ministri Clini, Orlando, di chi si riempiva la bocca di promesse, di rassicurazioni: “Entro un anno l’Ilva sarà un’industria ecocompatibile. Si concilierà lavoro e ambiente. La nuova AIA avrà dei tempi certi: un cronoprogramma di interventi che trasformerà quest’industria”. Tutte parole vuote, nient’altro che parole che non hanno visto una completa e spesso neanche parziale realizzazione dei progetti. E vorremmo vedere la faccia del Presidente Vendola che, malgrado la perenne emergenza ambientale, autorizza, per quanto di competenza della Regione, il progetto Tempa Rossa, dimenticando che questa città ha già raggiunto la saturazione per quanto riguarda le fonti inquinanti.

Gettare praticamente in mare migliaia di litri di olio è un fatto grave, indicativo di qualcosa che non funziona in quell’industria e ciò ci preoccupa notevolmente. Vorremmo sapere se ASL, ISPRA, ARPA, e qualunque altro ente preposto ai controlli, stiano effettivamente svolgendo le indagini per comprendere esattamente cosa sia avvenuto e per chiarire come possano movimentarsi tali quantità di olio lubrificante in queste modo che si è rivelato infausto. TarantoRespira è sempre stata al fianco della magistratura e della Procura di Taranto in questi anni, ma ora vorremmo che di fronte a questi episodi si intervenisse con decisione a tutela della popolazione, sequestrando nuovamente quegli impianti e quegli ambienti di lavoro che eventualmente dovessero presentare criticià tali da risultare fonte di rischio per i lavoratori e per il territorio.

A prescindere dai vari decreti che hanno reso innocui i provvedimenti della Procura, l’industria non può in alcun modo essere considerata zona franca, dove tutto è concesso in nome del dio PIL. La tutela dal rischio sanitario e ambientale è e deve essere un diritto che nessun decreto o ministro può rubarci. Si intervenga, quindi, con tutti gli strumenti di legge qualora dovessero riscontrarsi situazioni di rischio ambientale e sanitario.

Giuseppe Aralla – TarantoRespira

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