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Ilva, tra banche e presunti compratori

Com’era prevedibile che fosse, è iniziato il toto nomi in merito ai possibili futuri acquirenti dell’Ilva spa. Del gruppo indiano AncelorMittal si è detto a lungo: ora in gioco pare essere entrato anche l’altro colosso indiano Jindal. Ma alcune voci provenienti dal mondo finanziario parlano di un forte interesse da parte dei tedeschi della Thyssen (al momento in trattative per l’acquisto della Lucchini ed ai ferri corti con governo e sindacati per l’acciaieria AST di Terni) e del gruppo arabo Emirates. Sarà.

Intanto, il commissario Gnudi ha avuto l’ok dalle banche per la concessione della prime trance del prestito ponte di 125 milioni. Il tutto si è concordato nella riunione di giovedì a Milano, alla quale hanno presenziato anche i legali rappresentanti delle parti in causa: per l’Ilva l’avv. Giuseppe Lombardi, mentre gli istituti di credito erano rappresentati dai legali dello studio Chiomenti. Il tutto, è bene sempre ricordarlo e tenerlo a mente per quanto accadrà nei prossimi mesi, con la supervisione della banca Rothschild.

Come riportato ieri, c’è la possibilità che nella partita del prestito ponte entrino a far parte altri due istituti di credito. Al momento però, saranno Unicredit, Intesa San Paolo e Banco Popolare a farsi carico della cifra concordata di 250 milioni. La prima trance dovrebbe arrivare entro il 12 settembre, data entro la quale l’Ilva deve corrispondere ai lavoratori lo stipendio di agosto e pare, anche il premio trimestrale di produzione, la cui corresponsione in un primo momento era stata rinviata al mese di dicembre. La seconda trance arriverà soltanto più avanti, quando gli istituti di credito otterranno le dovute garanzie sulla futura proprietà del siderurgico. Questa la divisione del credito che è stata concordata nella riunione di Milano: Unicredit verserà nella casse dell’Ilva Spa ben 166 milioni di euro (essendo peraltro già esposta per 650 milioni con Ilva Spa e pare per 300 con il gruppo Riva); 42 milioni a testa invece verseranno Intesa San Paolo (esposta già per altri 30 milioni) e Banco Popolare (esposto per altri 20 milioni di euro).

Infine ieri, probabilmente sull’onda lunga dell’entusiasmo dovuta alla riuscita dell’operazione prestito ponte con le banche, il commissario Ilva Piero Gnudi ha rilasciato brevi dichiarazioni sul futuro del siderurgico. “Ci sono tutte le condizioni affinché l’Ilva continui ad operare in Italia mantenendo l’attuale configurazione. Tre le offerte. Abbiamo riscontrato interesse non solo da parte di Arcelor Mittal ma anche da altri due investitori extra-europei esteri. I tempi per l’accordo sono difficili da stimare ma è solo una questione di mesi e non di anni. Certamente entro il 2015, mentre per quanto riguarda la tempistica dell’operazione, non dipende da noi ma anche da altri. Le due condizioni indispensabili sono il livello occupazionale e il rispetto delle norme ambientali”. Questo quanto affermato dal commissario Gnudi, intervistato da Sebastiano Barisoni in ‘Focus economia’ su Radio 24, a margine del seminario Ambrosetti a Cernobbio.

Domanda del weekend: ma davvero vogliamo ancora credere alla favola che esiste un gruppo imprenditoriale pronto a rilevare l’Ilva con un carico di oltre 11mila lavoratori e miliardi di euro di lavori da svolgere sugli impianti dell’area a caldo? Ai lettori “l’ardua” risposta.

Gianmario Leone (TarantoOggi, 06.09.2014)

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