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L’Ilva “uccide” un altro operaio

L’Ilva di Taranto ha ucciso un altro operaio. Il quarto dall’estate 2012, quando furono sequestrati gli impianti dell’area a caldo, il primo nell’era del commissario Piero Gnudi. A perdere la vita Angelo Iodice, geometra di 54 anni, dipendente dell’impresa appaltatrice Global Costruzioni Srl di Caserta.

L’incidente mortale è avvenuto nel reparto Acciaieria 1: Iodice era intento ad effettuare un sopralluogo su alcuni binari quando, per cause ancora in corso di accertamento, è stato travolto alle spalle da un mezzo meccanico guidato da un collega della stessa ditta, che lo ha investito indietreggiando. I lavoratori stavano operando nel punto in cui il 27 agosto scorso, deragliò un carro siluro rovesciando 200 tonnellate di ghisa: la sostituzione dei binari, insieme al ripristino di tutta la zona, si è resa necessaria in quanto la fuoriuscita della ghisa dal carro siluro ne aveva provocato lo scioglimento: la ghisa contenuta nel carro siluro aveva infatti una temperatura compresa tra i 1600 e i 1800 gradi. 

Immediata la levata di scudi dei sindacati metalmeccanici, che hanno indetto uno sciopero di 24 ore iniziato alle 15 di ieri. Inoltre è stato indetto uno sciopero di 24 ore delle ditte dell’appalto che partirà alle 7 di questa mattina per terminare alla stessa ora di sabato. La denuncia riguarda ancora una volta la mancanza di manutenzione degli impianti e l’assenza di procedure chiare che impediscano la presenza e il movimento di mezzi in presenza di lavoratori sui binari. Il che lascia basiti se pensiamo che stiamo parlando del più grande siderurgico d’Europa e soprattutto che ciò avvenga dopo che il commissario Gnudi nelle ultime settimane abbia effettuato una serie di nomine atte proprio ad una migliore gestione dello stabilimento e dell’attività produttiva. Inoltre sono almeno due anni che denunciamo come l’Ilva sia oramai un’azienda fuori controllo, dove il ponte di comando e di controllo è totalmente saltato e dove può accadere qualunque cosa in qualunque reparto e in ogni momento. Di grazia, vorremmo sapere cosa abbiano fatto in questi ultimi due anni i sindacati per evitare che questa situazione si perpetuasse nel tempo, oltre a diffondere le solite note ed indire scioperi inutili dopo che si è compiuta l’ennesima evitabile tragedia. La Fiom Cgil h già dichiarato che si costituirà parte civile nel futuro processo che individuerà le responsabilità di quanto accaduto ieri.

Ciò che risulta ancora poco chiaro, tra l’altro, è il fatto che Iodice era anche socio e responsabile del servizio prevenzione e protezione dell’azienda: dunque non un operaio sprovveduto o alle prime armi. Inoltre, la macchina operatrice usata per il sopralluogo scorre sui binari, procedendo continuamente avanti e indietro: in pratica lo stesso lavoro che effettuano le Ferrovie quando devono sistemare o controllare i binari. Ora, proprio perché la macchina è in continuo movimento, nessuno deve transitare sui binari quando il mezzo è in azione. Invece pare proprio che Iodice stesse svolgendo un sopralluogo sui binari che il collega di lavoro, non vedendolo, lo abbia travolto e ucciso.

 I lavori sui binari interni al siderurgico anni addietro erano svolto direttamente dall’Ilva con personale proprio, poi, si è deciso di affidarli all’esterno appaltandoli a ditte come la Global Costruzioni Srl per cui lavorava Iodice. Sulla ricostruzione dell’accaduto stanno lavorando i Carabinieri e gli ispettori del lavoro. Sul luogo dell’incidente si sono recati anche il procuratore di Taranto, Franco Sebastio, e il pm di turno Remo Epifani. Intanto, entro il weekend il commissario Gundi dovrebbe ottenere dalle banche (Unicredit, Banca Intesa e Banco Popolare), la prima trance di 125 milioni di euro del prestito ponte che servirà a ridare ossigeno ad un’azienda in profonda crisi finanziaria e che, giorno dopo giorno, si sta trasformando in una vera e propria trappola mortale per gli oltre 11mila operai che vi lavorano.

 Gianmario Leone (TarantoOggi, 05.09.2014)

 

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