Il sindaco Stefano ha fatto un gioco delle parti che ha letteralmente preso in giro i tarantini facendo credere che il comune si sarebbe opposto al progetto ma in realtà l’accordo che aveva preso con il governo era quello di fare dichiarazioni pubbliche contro il progetto ma formalmente non adottare nessuna delibera contraria al progetto. E quindi nell’area più inquinata d’Italia con il più alto livello di mortalità con il silenzio assenso del comune di Taranto e con l’assenso delle regione Puglia di Vendola si dà il via libera ad un progetto che aumenterà l’inquinamento in atmosfera del 12% e trasformerà mar Grande in un enorme parcheggio da petroliere con i rischi d’inquinamento per il mare da idrocarburi. Da parte del governo nazionale e della regione Puglia c’è un accanimento contro un territorio quello tarantino devastato dall’inquinamento e da un alto livello di mortalità.
Chiedo al sindaco Stefano di approvare in giunta il recepimento degli strumenti urbanistici il DM 9 maggio 2001 in materia di direttiva Seveso. Il progetto Tempa Rossa con questa variante non potrebbe essere realizzato perché la direttiva Seveso prevede distanze di sicurezza e vincoli precisi per nuovi insediamenti vicino raffineria . Il futuro di Taranto ribadisco, non può essere quello di un’economia basata sui veleni, bensi deve puntare su un’altro modello che è possibile come a Bilbao. Un anno fa abbiamo presentato il progetto di conversione industriale di Taranto che darebbe oltre 20 mila nuovi posti di lavoro e trasformerebbe Taranto nella città di collegamento tra Europa -nord Africa medioriente e Oriente.
Angelo Bonelli – Coportavoce nazionale dei Verdi
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