Il Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti prende le distanze da chi ha insultato i lavoratori che, lo scorso 1 agosto, hanno preso parte alla manifestazione promossa da Confindustria. Abbiamo avuto modo di constatare che tanti di loro potrebbero aver partecipato a quel corteo solo perché precettati, ricattati o comunque male informati sulla manifestazione stessa. Pur non condividendo le motivazioni di quell’iniziativa, tant’è che avremmo voluto manifestare in strada quello stesso giorno il nostro dissenso, non possiamo non ricordare che i lavoratori sono le prime vittime dell’inquinamento e dei ricatti perpetrati da anni a Taranto. Non tutti, però, devono pensarla così. Tanto sui social network quanto la mattina dell’1 agosto, più di qualcuno ha apostrofato come “assassini” e “complici” dell’inquinamento i lavoratori che hanno sfilato dal porto alla Prefettura. Sarebbero da considerare come tali anche i precari e i disoccupati che inviano quotidianamente domande di lavoro all’Ilva? Anche coloro che accettano altrove un posto di lavoro malpagato e senza garanzie? Occorre fare passi in avanti rispetto al 2 agosto 2012 anziché involversi nuovamente rendendo vano lo sforzo compiuto da ogni singolo individuo in questi due anni. Condanniamo fermamente questi gesti che spingono inevitabilmente ad individuare fantomatici colpevoli tra i propri fratelli. Non accettiamo, come nel caso della manifestazione di Confindustria, che i carnefici si travestano da vittime ma nemmeno che le vittime vengano additate come carnefici. Occorre ristabilire ruoli, posizioni e responsabilità in quest’epoca in cui i media ed i potenti stabiliscono quale realtà mandare in onda di volta in volta.
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