I sindacati hanno inoltre evidenziato come da parte delle Regioni Puglia e Basilicata, vi sia stata mancanza totale nell’impegnarsi a trovare nuove aziende, anche a fronte dell’accordo di programma per il settore del mobile imbottito sottoscritto nel febbraio del 2013, che prevedeva uno stanziamento di ben 101 milioni di euro sinora rimasti inutilizzati (40 dal ministero dello Sviluppo Economico, 40 dalla Regione Puglia e 21 dalla Regione Basilicata).
Venendo meno le new.co, l’unica azienda che formalmente potrebbe usufruire dei finanziamenti è proprio la Natuzzi. In realtà nella riunione della Cabina di Regia è stato spiegato che l’azienda potrebbe ottenere sino a 20 milioni di euro previsti dall’accordo, delle risorse messe a disposizione dal MiSE. Ma prima che ciò possa effettivamente accadere, bisognerà conoscere il piano di reindustrializzazione della Natuzzi. Che tra l’altro nella sua storia, di aiuti pubblici ne ha già ottenuti diversi: come nel 1996, quando attraverso il piano Natuzzi 2000, ottenne finanziamenti dallo Stato pari a 311 miliardi delle vecchie lire (pari a 160 milioni di euro).
Infine, i tasti dolenti: entro settembre infatti, azienda e sindacati dovranno trovare un accordo sulla riduzione del costo del lavoro imposta dall’azienda (e previsto già nell’accordo di ottobre): che vorrebbe attuare un taglio del 10%, scendendo dagli attuali 90 centesimi di costo/minuto di trasformazione ai 52 centesimi futuri. Per questo sono stati già programmati tre incontri: l’1, l’8 e il 9 settembre prossimi, in cui si discuterà della riorganizzazione produttiva e dell’applicazione dei contratti di solidarietà, oltre alla revisione dell’inquadramento professionale adeguato alle nuove linee produttive. Il 23 settembre, invece, è in programma una nuova cabina di regia presso il ministero dello Sviluppo. La vertenza Natuzzi, dunque, riserverà ancora diverse sorprese.
G. Leone (TarantoOggi, 30.07.2014)
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