Eni, il 29 luglio scioperano anche i lavoratori pugliesi
 Martedì prossimo 29 luglio, sciopero per l’intera giornata dei lavoratori di tutte le aziende del Gruppo Eni (impianti di raffinazione, produzione e perforazione, impianti chimici e petrolchimici, sedi direzionali, depositi, uffici commerciali e amministrativi, aziende territoriali), oltre allo sciopero di due ore di tutti gli impianti di raffinazione sul territorio nazionale. Nella stessa giornata dello sciopero prevista una manifestazione nazionale a Roma davanti Montecitorio. Sulla mobilitazione è intervenuto Luigi D’isabella, neo coordinatore Filctem Puglia. “I lavoratori e il sindacato reagiscono ad un progetto che mette in discussione l’intero impianto strategico della raffinazione e chimica in Italia con pesanti ricadute di sistema industriale e livelli occupazionali. Non si può accettare una deriva che vede questa grande impresa con azionista di riferimento pubblico rischiare di uscire dall’industria bloccando investimenti programmati.
Martedì prossimo 29 luglio, sciopero per l’intera giornata dei lavoratori di tutte le aziende del Gruppo Eni (impianti di raffinazione, produzione e perforazione, impianti chimici e petrolchimici, sedi direzionali, depositi, uffici commerciali e amministrativi, aziende territoriali), oltre allo sciopero di due ore di tutti gli impianti di raffinazione sul territorio nazionale. Nella stessa giornata dello sciopero prevista una manifestazione nazionale a Roma davanti Montecitorio. Sulla mobilitazione è intervenuto Luigi D’isabella, neo coordinatore Filctem Puglia. “I lavoratori e il sindacato reagiscono ad un progetto che mette in discussione l’intero impianto strategico della raffinazione e chimica in Italia con pesanti ricadute di sistema industriale e livelli occupazionali. Non si può accettare una deriva che vede questa grande impresa con azionista di riferimento pubblico rischiare di uscire dall’industria bloccando investimenti programmati.
Per questo la vertenza è indirizzata verso il governo nazionale che in questo settore strategico come in altri è chiamato ad affrontare con chiarezza e determinazione il tema della crisi industriale e occupazionale così devastante per il nostro Paese mettendo in campo con urgenza politiche industriali e di sviluppo. Questa vicenda con le sue conseguenze colpisce anche la nostra Regione e sarebbe un errore imperdonabile sottovalutarne i pericoli. L’impianto di raffinazione Eni di Taranto e il petrolchimico di Brindisi con i loro dipendenti, compreso l’indotto, contano circa 5000 addetti. Costituiscono un pezzo importante della realtà industriale della nostra regione. Pertanto questo insediamento industriale e occupazionale va salvaguardato facendolo diventare sempre di più fattore propulsore di innovazione e investimenti a beneficio dell’intero comparto industriale e dell’economia pugliese.
Non si può assistere inerti ad un processo di depauperamento di questa realtà produttiva in un quadro di crisi che vede il nostro territorio pagare a caro prezzo gli effetti di questa crisi in termini di perdita di posti di lavoro. Le istituzioni pugliesi, finora assenti, a partire dalla Regione Puglia, devono supportare i lavoratori in questa lotta, facendo sentire la loro voce e mettendo in campo un’azione decisa nei confronti del governo nazionale per la difesa e lo sviluppo di questi impianti produttivi strategici per l’economia e l’occupazione della Puglia”.
(dal TarantoOggi)

 
                                             
                                            