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Eni: 30.000 lavoratori in sciopero il 29 luglio

I sindacati chiamano allo sciopero gli oltre 30 mila dipendenti del gruppo Eni in Italia. Si asterranno dal lavoro per l’intera giornata del 29 luglio e manifesteranno a Roma contro “l’annuncio shock dell’Eni di mettere in discussione l’intero impianto strategico della chimica e della raffinazione in Italia”, spiegano i segretari generali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil, Emilio Miceli, Sergio Gigli, Paolo Pirani, al termine della riunione del coordinamento nazionale del gruppo che ha indetto la mobilitazione.

La protesta, a cui si uniranno con due ore di sciopero anche i dipendenti delle raffinerie di altre società, segue la riorganizzazione annunciata dall’amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi, ai sindacati. Il piano metterebbe in discussione quattro raffinerie su cinque: quelle di Gela (Caltanissetta), Taranto, Livorno e la seconda fase di Porto Marghera (Venezia), nonché il petrolchimico di Priolo (Siracusa). Solo a Gela, dove vengono revocati 700 milioni di investimenti destinati alla riconversione produttiva, rischiano il lavoro, secondo i sindacati, più di 3.500 persone tra dipendenti diretti e dell’indotto.

Un allarme occupazionale citato anche dal segretario generale della Cgil Susanna Camusso, nel suo attacco al premier Renzi, in cui invita il Governo a rompere gli indugi e difendere l’occupazione, al posto di limitarsi a visite pastorali nelle fabbriche. Fictem, Femca e Uiltec parlano di un “ridimensionamento degli assetti industriali, occupazionali e della politica energetica del Gruppo nel nostro paese” che fa “terra bruciata sull’industria italiana” e chiedono al governo di chiarire “se l’Eni risponde solo al mercato e alla Borsa o deve dar conto delle decisioni anche all’azionista di riferimento”.

“Cosa ci sta a fare quel 30% di quote Eni in possesso degli italiani?” si domanda Miceli premendo perché l’esecutivo svolga le sue funzioni di principale azionista “presidiando l’industria italiana”. I sindacati chiedono un incontro immediato al premier Matteo Renzi e la convocazione di un tavolo negoziale. Su questo fronte sarebbe arrivato giovedì l’impegno dal ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, al termine di un incontro con il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, e il sindaco di Gela, Angelo Fasulo. Guidi avrebbe espresso l’impegno del governo a scongiurare ogni azione di disimpegno dell’Eni in Sicilia e proposto di affiancare al tavolo sulla raffinazione in programma la prossima settimana l’apertura di un ‘Tavolo Gela’, per un confronto con l’Eni e i sindacati sulla raffineria siciliana.

 (TarantoOggi, 19.07.2014)

 

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