“I giudici della prima sezione hanno considerato che i sovvalli e gli scarti presi in considerazione ai fini della riduzione dell’ammontare dell’ecotassa, sono i soli residui non più utilizzabili derivanti dall’incenerimento, dal riciclaggio o dalla produzione di compost e che la mera selezione dei rifiuti non costituisce criterio di applicazione della premialità dal momento che le frazioni separate sono soggette ad ulteriori passaggi. Credo – prosegue Nicastro – che la vicenda, chiarita dai giudici in questi termini, serva a indirizzare gli sforzi degli amministratori locali sulle cose da fare piuttosto che sui contenziosi”.
“Del resto a giudicare dalle tante dichiarazioni lette sulla stampa di tutta la regione da parte di numerosi sindaci parrebbe che in moltissimi comuni della Puglia si sia riuscito a raggiungere l’incremento del 5% richiesto alla fine di giugno per evitare di pagare l’intero ammontare dell’ecotassa. I dati comunicati alla Regione dalle amministrazioni locali ci dicono che a giugno (comunicazioni disponibili 105 comuni su 258) siamo attorno al 27% di raccolta differenziata – conclude Nicastro – quindi evidentemente buona parte degli amministratori locali ha raccolto la sfida ed ha centrato i risultati, adesso ci aspettiamo che anche gli altri facciano lo stesso”.
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