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Campagna “Sos Delfini”, la vera libertà è in mare

L’unico modo per conoscere davvero i delfini è vederli in mare, cioè nel loro habitat originale, e non rinchiusi in vasche e sfruttati per il business dei delfinari: per questo, nell’ambito della campagna europea SOS Delfini, Lav e Marevivo – in collaborazione con Jonian Dolphin Conservation – hanno organizzato venerdì 4 luglio un’uscita in catamarano nel Golfo di Taranto per avvistare i tursiopi.

In un Paese come il nostro, circondato dal mare, con 30 aree marine protette, Lav, Marevivo e Jonian Dolphin Conservation vogliono dare una testimonianza di come siano molto elevate, a differenza di quanto si possa comunemente credere, le possibilità di avvistamento dei delfini nelle acque italiane.

L’emozione di poter osservare un delfino in mare da una barca, come fa a Taranto Jonian Dolphin Conservation – associazione di ricerca scientifica dedita, dal 2009, allo studio e alla tutela dei cetacei del Golfo di Taranto nel Mar Ionio Settentrionale – che mette a disposizione il proprio catamarano per fare dolphin watching senza interferire con le loro abitudini naturali, è incomparabile con qualsiasi spettacolo in un delfinario, che mostra solo finzione e costrizione.

In natura i delfini, che percorrono fino a 100 km al giorno, vivono in gruppi sociali complessi, composti da decine di animali e parlano un  loro linguaggio, oltre a sviluppare una propria cultura. Nei delfinari, invece, questi cetacei sono costretti a fare spettacoli o essere esposti ai visitatori. Per divertire un pubblico pagante, essi sono sottratti alle loro comunità originali, prelevati in natura e fatti riprodurre direttamente in piscina, dove si ammalano di più e muoiono prima. La speranza di vita di un delfino in cattività è, infatti, di circa 20 anni contro i 50 anni in  natura.

Andare nei delfinari anche con i propri bambini, come spesso accade, è a dir poco diseducativo perché non si può imparare nulla dall’osservazione dei delfini nei delfinari: nessuna di queste strutture può garantire ai propri animali la libertà di esprimere comportamenti naturali né può offrire un ambiente che riproduca quello naturale. Questi animali, vivendo in un ambiente artificiale, sono depressi e il più delle volte sono sotto farmaci e ormoni.

In Italia i delfinari non hanno alcuna funzione educativa né scientifica o di conservazione della specie, ovvero non rispettano queste caratteristiche obbligatorie per legge, facendo invece spettacolo: un inganno che i potenziali visitatori devono conoscere e a cui va messa la parola fine, a tutela degli animali imprigionati in questa inaccettabile, forzata cattività.

Nel 2013 LAV, Marevivo e Born Free Foundation hanno lanciato in Italia “SOS delfini”, una campagna per la liberazione dei delfini dalla cattività, che prevede una petizione per dire basta alle prigioni d’acqua, che finora ha raccolto più di 50 mila firme.

La metà degli Stati dell’UE hanno  vietato o, comunque, non autorizzano i delfinari, in Italia ne rimangono tre attivi: Zoomarine (a Torvaianica, alle porte di Roma); Oltremare (a Riccione); l’Acquario di Genova. Il delfinario di Rimini è, invece, attualmente sotto processo per maltrattamento di delfini: nel settembre del 2013, infatti, il Corpo Forestale dello Stato ha proceduto ad un sequestro preventivo degli animali, poi confermato dalla Cassazione nel marzo del 2014.

 

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