“Perche’ l’Italia – dice Russo – deve controllare le merci che hanno destinazione finale ad esempio Turchia o Grecia ai fini della contraffazione? L’accordo di Schengen prevede la collaborazione tra stati membri e quindi anche tra le varie agenzie delle Dogane. E’ nato anche per agevolare il trasporto. Le merci che hanno il nostro Paese come destinazione finale e’ giusto verificarle, perche’ non controllare le merci in trasbordo nei porti di destinazione con un coordinamento delle dogane?”. Il vicepresidente di Assologistica non mette in discussioone punta i controlli o il ruolo dell’agenzia delle Dogane italiana, ne’ infine ne chiede il ridimensionamento. “Assolutamente no – precisa -. Le verifiche certo che devono essere fatte, ma dobbiamo fare come gli altri Paesi della Comunita’ Europea anche perche’ tra di noi siamo legati: verifiche, soste e costi delle merci in transito, spettano ai porti di destinazione. La nostra intenzione – conclude – e’ riportare la discussione a Roma, all’Agenzia del Dogane perche’ i nostri clienti non hanno piu’ intenzione di passare da Taranto, se non si fa luce su questa problematica”.(Agi)
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