Intanto, il neo commissario Gnudi, viene chiamato a riferire in Parlamento sulla situazione dello stabilimento. “La sostituzione di Enrico Bondi con Piero Gnudi, non può rappresentare in alcun modo una modifica dell’impostazione di risanamento ambientale e di rilancio produttivo disposta dal Parlamento. La legge varata la scorsa estate, che ha visto per la prima elevare un piano industriale e di risanamento ambientale al rango legislativa, trova proprio nel recupero del territorio e nella scrupolosa applicazione del piano di risanamento ambientale la premessa per la continuazione dell’attività produttiva. Come Pd, pertanto, siamo dell’opinione che il nuovo commissario sia tenuto all’applicazione della legge, e ci attendiamo che egli debba venga a riferire alle commissioni preposte su tempi, modalità e condizioni sulle quali intende impostare il suo lavoro”: così il capogruppo Pd in commissione Ambiente, Enrico Borghi.
“Impossibile immaginare un arretramento sulle politiche di futuro dello stabilimento in quanto se così fosse, vorrebbe dire non realizzare l’ambientalizzazione a tutela dei posti di lavoro e del rilancio complessivo e competitivo della fabbrica. Tradotto: nessun futuro per cittadini e lavoratori”. E’ il messaggio che lancia la Uilm di Taranto al nuovo commissario dell’Ilva, Piero Gnudi. Inoltre la Uilm di Taranto “prende nettamente le distanze dalle dichiarazioni del presidente di Federacciai, Gozzi, al quale rammentiamo che l’unica via da perseguire è l’applicazione della legge, ovvero il pieno recepimento dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia)”. “Il Governo dunque – rileva la Uilm – faccia sentire la sua voce con autorevolezza ed evidenzi che l’iter legislativo per compiere le bonifiche e il rilancio effettivo della fabbrica, avvenga in nome del rispetto che si deve ai cittadini e lavoratori, i quali hanno pagato e continuano a pagare un prezzo altissimo. La Uilm è convinta che tutto debba avvenire senza che Ilva venga depotenziata, né ridimensionata. La produzione futura di acciaio deve esclusivamente ispirarsi ad un equilibrio tra eco-compatibilità, efficienza, sicurezza e tutela delle condizioni di quanti all’interno vi operano”.
(dal TarantoOggi, 12.06.2014)
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