“La gestione commissariale – ha proseguito Bentivogli – ha dovuto scontare continui ritardi e incertezze a livello istituzionale, locale e nazionale, e un boicottaggio costante da parte dei proprietari del gruppo Ilva. La Fim Cisl continuerà a dare il suo contributo costruttivo invitando il commissario Gnudi a ripartire dal piano industriale presentato basato sul piano ambientale, che ricordiamo, il Governo aveva già approvato come Dpcm. L’Ilva – ha concluso il segretario Fim Cisl – rappresenta un patrimonio industriale e una sfida per tutto il sistema paese che non consente ulteriori stand-by e ritardi”.
“Piero Gnudi è un economista di tutto rispetto. Ma, senza nulla togliere al suo eccellente retroterra tecnico-professionale-riteniamo che il mandato di commissario straordinario dell’Ilva ha ricevuto dal governo si debba ora svolgere principalmente per favorire l’entrata di un nuovo gruppo imprenditoriale nel capitale sociale dell’azienda”. Lo afferma, in una nota, il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella sottolineando che “siamo seriamente preoccupati per la crisi di liquidità del gruppo siderurgico, dato che il predecessore di Gnudi, Enrico Bondi, ha stimato almeno in un miliardo di euro di perdite nella gestione commissariale”.
Quindi, per il leader della Uilm, “bisognerà, da un lato, arrestare questa emorragia di liquidità e, dall’altro, determinare investimenti di natura infrastrutturale-ambientale e tutelare i livelli occupazionali. A tal fine, invitiamo il nuovo commissario straordinario dell’Ilva ad avviare fin da subito un serio confronto con le organizzazioni sindacali e ad aprirsi alle forze vive della città di Taranto”. “Non siamo appassionati ai nomi. Se il nuovo commissario farà proprio il piano industriale elaborato da Bondi, non ci saranno problemi”.
E’ questo il primo commento di Antonio Talò, segretario provinciale di Taranto della Uilm (sindacato maggioritario nel siderurgico ionico), all’annuncio della nomina di Piero Gnudi a nuovo commissario straordinario dell’Ilva. “Abbiamo condiviso – sottolinea Talò – il piano industriale di Bondi per due motivi. Il primo è che prevede, oltre all’applicazione dell’Aia, anche nuovi interventi su infrastrutture e innovazione; il secondo è che non prevede esuberi. Un nuovo commissario che mettesse in discussione quel piano porterebbe ad una ulteriore perdita di tempo, e qui ce n’è davvero poco per evitare il dramma. Ma se dovesse esserci un nuovo piano industriale – conclude Talò – che prospettasse restringimenti dei livelli occupazionali, saremo molto rigidi”.
(dal TarantoOggi, 07.06.2014)
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