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Ilva, Cgil: nessuna marcia indietro

“Rimaniamo una questione nodale e il messaggio europeista e di svolta rispetto alle manovre di austerità che arriva dalle urne, nonché la ripresa di una politica industriale auspicata da Renzi, rafforzano la necessità di ripartire da Taranto attraverso la sfida che riguarda l’Ilva ma non solo”. Nel direttivo della CGIL svoltosi ieri, Luigi D’Isabella non ha dubbi: “Non siamo all’anno zero ma siamo certamente ad una fase delicata per il futuro economico, produttivo e occupazionale della provincia di Taranto – dice -. Finalmente, però, abbiamo un primo ministro che parla di riaprire cantieri e soprattutto di colmare gli anni di vuoto in tema di politiche industriali di questi ultimi anni che hanno in parte contribuito a produrre il caso Ilva”.

Una scommessa che parla anche di lavoro e che per la CGIL ionica rimette il cerino nelle mani dello Stato. “E’ palese come oggi ci siano interessi, da parte del mondo siderurgico italiano ed estero, verso lo stabilimento di Taranto – dichiara D’Isabella – ma è altrettanto chiaro che questi interessi pensino ad un ridimensionamento della capacità produttiva e occupazionale connessa ad un contenimento anche del Piano ambientale e industriale. Ipotesi inaccettabile da tutti i punti di vista perché nel percorso avviato già due anni fa e sostenuto dalle parti sociali e dallo stesso Governo, c’è tutta la credibilità italiana proprio in tema di politiche industriali e un fallimento sul fronte Taranto sarebbe come ingranare la marcia indietro”.

Così D’Isabella rimarca e puntualizza. “Renzi ha detto che non è escluso che lui venga a Taranto a confrontarsi direttamente con questo territorio – dice il segretario generale della CGIL tarantina – se questo accadrà come CGIL sapremmo cosa dirgli: mantenere il ruolo strategico per il paese di questo sito industriale e applicare fino in fondo e fino all’ultima virgola l’AIA e il Piano Ambientale, anche introducendo importanti novità tecnologiche per esempio connesse all’utilizzo del preridotto; mantenere un presidio produttivo e occupazionale all’altezza di questa strategicità continuando a mantenere alta l’asticella delle ambizioni di questa sfida”.

Parole chiare che D’Isabella invoca anche per tutte le altre parti sociali e istituzionali coinvolte. “Di fronte a Renzi Taranto si presenti compatta, con chiarezza di idee e senza tentennamenti e quindi tutti ora, di fronte al momento delicato vissuto da quell’insediamento produttivo, dicano qual è la loro posizione e come intendono affrontare la questione – sottolinea D’Isabella -. Per una volta Taranto provi a ragionare senza i toni esasperati e improduttivi e proponga come ribadito nella piattaforma unitaria di CGIL, CISL e UIL, l’Accordo di programma per Taranto”.

Un obiettivo chiaro che la CGIL aveva indicato come prioritario anche nell’ultimo Congresso provinciale invitando al tavolo dei relatori anche il senatore Mucchetti e il sociologo Bonomi. “Quell’orizzonte per noi rimane invariato, anzi si rafforza alla luce dei recenti sviluppi della vicenda Ilva – dichiara Luigi D’Isabella – così avere quello strumento per noi significherebbe rafforzare la Legge per le bonifiche, anche attraverso investimenti maggiori, spingere l’acceleratore sui programmi di ambientalizzazione dell’industria tarantina, costruire la cassetta degli attrezzi per la Smart Area e chiedere attraverso quell’Accordo di programma un rafforzamento dei sistemi di controlli ambientali e sanitari, ma anche un irrobustimento della struttura tecnico-amministrativa del Comune e una attenzione particolare nell’utilizzo dei Fondi Europei attraverso programmi operativi che riconoscano a Taranto un ruolo fondamentale”.

Nel corso del Direttivo di ieri i vertici della CGIL ionica hanno valutato positivamente l’Accordo sui bacini occupazionali al Porto di Taranto. “Quello strumento garantisce a fronte degli importanti investimenti e appalti che riguarderanno questa infrastruttura di prendere in considerazione i lavoratori provenienti dai bacini di crisi della nostra provincia – ha detto D’Isabella -. Auspichiamo però che analogo impegno possa essere assunto per realtà come Arsenale, Eni, per i lavori che riguarderanno le bonifiche o Tempa Rossa e la stessa Ilva. Siamo in una fase di acuta crisi occupazionale – ha terminato poi il segretario della CGIL – e dove si possono aprire cantieri si proceda senza indugio. Per questo rinnoviamo l’appello alle istituzioni territoriali affinché si sblocchino i cantieri e si favoriscano gli investimenti che riguardano il futuro economico, produttivo e occupazionale di questa provincia”.

 (dal TarantoOggi del 5.5.2014)

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