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Ilva, Pugliese (Uil): “Da Claudio Riva nulla di nuovo”

“Le affermazioni di Claudio Riva, a nome della famiglia proprietaria dell’Ilva, che hanno chiarito la posizione sul piano industriale e sul futuro della fabbrica, non raccontano nulla di nuovo rispetto alle previsioni della vigilia, almeno rispetto alle previsioni di chi, ormai, conosce bene lo stile dei Riva”. Aldo Pugliese, Segretario generale della UIL di Puglia e di Bari, non usa giri di parole per commentare le dichiarazioni di Claudio Riva sul finanziamento del piano industriale e ambientale presentato dal commissario Bondi.

“Del resto – si chiede Pugliese – cos’altro c’era da attendersi da chi ha diplomaticamente e spregiudicatamente dichiarato che sotto la gestione Riva l’Ilva ha guadagnato tantissimo e che si trova a giudicare un piano industriale e un piano ambientale che sostanzialmente contengono interventi che per 20 anni la famiglia Riva si è testardamente negata a realizzare giudicandoli irrealizzabili?”.

“I Riva – prosegue Pugliese – non sono certo così ingenui da darsi la zappa sui piedi, ma chi ha osservato l’evolversi della vicenda Ilva sa bene che se la fabbrica è in ginocchio è solo ed esclusivamente per responsabilità della gestione della proprietà. Quando Claudio Riva afferma che manca la solidità finanziaria, peraltro, non fa altro se non scoprire l’acqua calda: bisognerebbe chiedergli per quale motivo la magistratura ha proceduto ai sequestri e alle indagini sui paradisi fiscali dove venivano dirottati gli utili, fondi che, qualora fossero disponibili, conferirebbero la solidità finanziaria necessaria all’attuabilità del piano industriale e ambientale”.

“Il piano industriale e ambientale presentati da Bondi – conclude Pugliese – si è avvalso del contributo della migliore società del settore, oltre che delle consulenze di esperti riconosciuti. Quel che invece è mancata, è stata la volontà della famiglia Riva, che non ha mai voluto attuare interventi urgenti e improrogabili come la copertura dei parchi minerali, quelli sulle cokerie, sull’agglomerazione e tanti eccetera. Il vero problema è che i Riva, ancora una volta, vogliono menare il can per l’aia, mettere l’Ilva in ginocchio per poi ergersi a salvatori della patria a prezzo di saldo, proprio come nel caso della privatizzazione del 15 marzo 1995. Tanto, alla fine, paga Pantalone, ovvero lo Stato, ovvero tutti i cittadini italiani”.

 

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