TARANTO – Lo Slai Cobas invita i lavoratori a rivendicare nell’emergenza un ‘decreto operaio’ che sancisca anche per legge quanto segue: che nessun operaio dell’Ilva e dell’indotto venga licenziato; che il salario sia garantito anche attraverso il pieno utilizzo dei lavoratori nelle operazioni di bonifica e ambientalizzazione della fabbrica; che la sicurezza e le condizioni di lavoro vengano garantite anche in una situazione complessa come quella attuale di produzione e ambientalizzazione, attraverso un rafforzamento dei poteri di controllo in fabbrica con una postazione ispettiva permanente, con una modifica e un aumento dei poteri degli RLS liberamente eletti fuori dalle liste sindacali; che venga presa una misura di emergenza di prepensionamento massiccio dei lavoratori connessa sia alla condizione siderurgica sia alla tutela della salute in una situazione già documentata che richiede comunque una minore permanenza degli operai sugli impianti e degli anni di permanenza degli operai nello stabilimento: riduzione di orario a parità di paga e 20/25 anni bastano sono la risposta urgente e necessaria alla situazione. E’ quanto si legge in una nota del sindacato di base Ilva Taranto. “Sul piano cittadino gli operai devono essere anche loro a rivendicare l’effettiva bonifica del quartiere Tamburi, del cimitero e di tutte le parti del territorio seriamente danneggiate – si legge nel comunicato – i soldi messi sono pochi e i lavori sono a zero. Ci vogliono molti più soldi, presi dai Riva e integrati dallo Stato; ci vogliono tempi più rapidi che richiedono la messa al lavoro di almeno un migliaio di disoccupati per unire bonifiche e lavoro. Questa va unita alle iniziative già in corso del rischio sanitario e dell’emergenza salute”.
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