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Ilva, l’Ugl: “Bisogna salvare i posti di lavoro”

Riceviamo e pubblichiamo.

Ormai non passa giorno che non vengano fuori curiose estemporaneità da parte del commissario governativo di ILVA Bondi, dal piano industriale arraffazzonato in qualche modo, che parte dal presupposto che lo stabilimento di Taranto possa produrre 9 milioni di tonnellate di acciaio, quando è lapalissiano che per restare all’interno delle prescrizioni AIA, è grasso che cola se si potranno raggiungere gli 8 milioni, fino all’ultima ‘Bondata’ che le morti per cancro alla tiroide, nulla avrebbero da vedere con le emissioni dell’opifìcio.

Questo nonostante le smentite con inconfutabile valenza scientifica del prof. Assennato. Intanto la fabbrica muore, i lavoratori sono chiamati a contratti di solidarietà che li tengono in costante preoccupazione, le banche chiudono i rubinetti consce e preoccupate che un siffatto modo di gestire non porterà lontano, e nelle more di tutto ciò i fetidi effluvi continuano ad avvelenare il territorio. A oggi è stata, in questo scorcio di mandato, distrutta ogni disponibilità economica di esercizio. Quando questa organizzazione da mesi leva la sua voce nel deserto per riportare in loco l’ufficio acquisti, è perché è preoccupata oltre che dei lavoratori diretti, anche di quelli degli appalti e dell’indotto in genere.

Sono mesi che l’Ilva non paga i fornitori, le imprese sono allo stremo, i dipendenti cominciano ad avanzare più di uno stipendio, il tutto senza neanche quel diritto di mugugno che era riservato alla marineria Genovese. Già, perché i lavoratori delle ditte appaltanti continuano ad essere lavoratori di quarta serie, senza neanche il diritto di ribellarsi, perché se dovessero fare forme di protesta o scioperi, scatta il ricatto del posto di lavoro, la ditta non viene più invitata alle gare e i lavoratori aumentano le fila dei disperati nella speranza che intervengano i palliativi degli ammortizzatori sociali. Senza essere neanche tanto cattivi, vengono fuori i soliti dubbi: chi era stato scelto dai Riva come proprio rappresentante, era eticamente corretto che venisse chiamato a fare da commissario? In cosa è migliorata la situazione di questo stabilimento con l’avvento dell’era commissariale? E’ nella logica dei Riva salvare questa fabbrica, salvaguardando ambiente e produzione, e se si, a quale prezzo per ambiente e lavoratori?

L’Ilva produce acciaio, non mozzarelle: salvaguardare le produzioni strategiche per l’intera economia del Paese, meriterebbe una governace, ben più puntuale. Soprattutto meriterebbero in questo momento maggior attenzione i lavoratori delle imprese appaltatrici. A questo proposito l’UGL Metalmeccanici è impegnata in una serie di incontri con i lavoratori dell’area imprese, tutte le sere dalle 17 alle 20, per mettere in atto tutte le ipotesi di mobilitazione per salvaguardare la corresponsione dei salari e il posto di lavoro. Tutti i lavoratori sono invitati presso la sede del sindacato in via Marche 8 a Tarante per portare insieme alla denunzia dei problemi, idee e proposte di lotta”.

Il segretario UGL Metalmeccanici Nicola Vitale

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