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Ilva, ieri sera ennesimo incidente – Usb: “Sicurezza è un optional”

TARANTO – Un incidente sul lavoro si è verificato nella tarda serata di ieri nello stabilimento Ilva di Taranto. Lo rende noto il coordinatore provinciale dell’Usb Francesco Rizzo. ”Durante il cambio turno – spiega Rizzo – un lavoratore del reparto Treno nastri, Vittorio Dalessandro, 39enne, mentre scendeva la rampa di scale è stato colpito alla testa da una piastra che probabilmente si era staccata dai binari”. Dalessandro è ricoverato con un trauma cranico ed escoriazioni su ginocchia e mani. (Ansa)

LA SICUREZZA E’ UN OPTIONAL IN ILVA

 Riportiamo la nota dell’Usb:  “La sicurezza è un optional oramai all’Ilva. Due gravissimi infortuni in pochi giorni, Galizia Mimmo (trauma da schiacciamento ai piedi nei giorni scorsi ndr) e Dalessandro Vittorio (trauma cranico ieri sera ndr), una lunghissima e inarrestabile catena senza fine. La gravita’ risiede soprattutto nel fatto che le cause di questi infortuni sia per i lavoratori Ilva sia per l’appalto, sono da ricercare quasi esclusivamente nella mancanza di coordinamenti nella attivita’, sintomo della confusione che regna in stabilimento, oppure la manutenzione impiantistica scadente o arrangiata a causa soprattutto della mancanza di liquidita. Insomma emerge chiaramente la responsabilita’ del governo che varando i diversi decreti, doveva assicurare salute sicurezza e lavoro. Tutto cio’ viene garantito a parole, i fatti dicono il contrario: impianti obsoleti che peggiorano ogni giorno di piu’, lavoratori costretti indirettamente a dover scegliere tra un lavoro in queste condizioni, la salute e la sicurezza, i lavoratori dell’appalto costretti a dover lavorare anche con l’angoscia e il peso addosso di non percepire lo stipendio.  Sulla salute vogliamo ricordare l’ultimo collega, Nicola Darcante, 39 anni, operaio del reparto carpenteria, che ha perso la vita qualche giorno fa a causa di un male incurabile che in sei mesi se lo e’ portato via, senza dimenticare il compianto Stefano Delliponti, anche lui 39 anni. Entrambi hanno lasciato moglie e figli piccoli, vite sacrificate in nome del profitto di pochi e del “Pil nazionale”. Usb  non vuole rimanere impassibile davanti a questa carneficina, nei prossimi giorni proclameremo uno sciopero a difesa della salute e della sicurezza perché il l lavoro e’ un diritto, un lavoro che uccide non e’ lavoro”.

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