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Ambiente, sabato torna “Spiagge pulite” a Lido Bruno

Riceviamo e pubblichiamo.

TARANTO – 7.375 chilometri di litorale, 15 regioni affacciate sul mare, 30 Aree Marine Protette, 8 Parchi Nazionali con perimetrazione a mare, 2 grandi isole che da sole contano 3.215 km di litorale e decine di isole minori: un patrimonio naturale inestimabile. Una ricchezza troppo spesso deturpata dalla presenza di buste di plastica, scatolette, fazzoletti, mozziconi di sigarette, addirittura elettrodomestici o carcasse di metallo. È per questo che puntuale come ogni estate torna SPIAGGE PULITE, la storica campagna di Legambiente, che ci ricorda che avere spiagge e mare puliti è un nostro diritto!

Spiagge Pulite vuole promuovere il rispetto del mare e la tutela del territorio, non solo sensibilizzando i cittadini a non sporcare, ma ribadendo anche la necessità di dotarsi di piani spiaggia per difendere e valorizzare le coste, di incentivare il turismo sostenibile, la raccolta differenziata, l’accessibilità alle spiagge e di lottare contro l’abusivismo edilizio. Avere spiagge e mare liberi dai rifiuti è un diritto! E tutelarli è un dovere e un bene per ognuno di noi.

Quest’anno il Circolo Legambiente di Taranto ha scelto la spiaggia di Lido Bruno per “parlare”, con un gesto concreto, la pulizia della spiaggia, a tutti i cittadini di Taranto, sensibilizzarli a comportamenti civili ed ecosostenibili verso l’ambiente e il mare e le coste in particolare. L’appuntamento per chiunque voglia contribuire alla pulizia della spiaggia è a Lido Bruno alle ore 9.

Ma Spiagge Pulite si svolge a Lido Bruno anche per tornare ad accendere i riflettori sulla condotta sottomarina del depuratore Gennarini. La questione è direttamente collegata alla vicenda Ilva.  L’AIA del 2011, recependo le indicazioni della Regione Puglia, ha prescritto all’azienda l’uso dei reflui depurati ed affinati provenienti dai depuratori Gennarini e Bellavista in luogo delle acque del Sinni attualmente impiegate per il suo processo produttivo. In tal modo sarebbe liberata una portata d’acqua pari a 250 lit/sec. L’Ilva sinora si è sempre opposta a questa soluzione. Ha anche intentato un ricorso presso il Tar di Lecce, perdendolo.

Il Piano Ambientale, recentemente approvato, stabilisce che i tempi di esecuzione dell’intervento siano fissati in 24 mesi dalla stipula dei previsti accordi con la Regione Puglia. Per Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto, “è scandaloso che l’Ilva non si sia ancora adeguata a questa prescrizione e che il Governo non abbia agito d’autorità al riguardo”.

In questa cornice Legambiente non condivide le ipotesi di realizzazione a Lido Bruno di una seconda condotta sottomarina in sostituzione di quella preesistente ridotta a colabrodo: si tratta di un progetto del tutto fuorviante ed in contraddizione con la prescrizione AIA di riutilizzo dei reflui affinati dei depuratori Gennarini e Bellavista da parte dell’Ilva. Bisogna imporre l’esecuzione di questa prescrizione in tempi rapidi superando le resistenze dell’azienda. Lido Bruno deve essere liberata dagli scarichi fognari e restituita alla balneazione senza inconvenienti per la salute dei cittadini.

Legambiente Taranto

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