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Aggiornato lo studio SENTIERI – Sempre più evidente correlazione tra malattie ed emissioni industriali

TARANTO – E’ stato pubblicato nei giorni scorsi il terzo Rapporto di SENTIERI – Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento, il progetto finanziato dal ministero della Salute e coordinato dall’Istituto superiore di sanità (ISS) che ha come obiettivo lo studio del rischio per la salute nei 44 siti di interesse nazionale per le bonifiche (SIN).

I primi due rapporti SENTIERI, comparsi anch’essi come supplementi di Epidemiologia & Prevenzione nel 2010 e nel 2011, avevano riguardato rispettivamente le basi metodologiche dello studio e la prima trattazione sistematica della mortalità per causa nelle popolazioni residenti nei 44 SIN inclusi nel Progetto.

Questo terzo volume, frutto della collaborazione tra ISS e Associazione italiana del registri tumori (AIRTUM), si è sviluppato nel solco delle indicazioni di approfondimento prospettate nel rapporto del 2011. Allo studio della mortalità nei SIN affianca infatti le analisi di due importanti parametri: i ricoveri ospedalieri e l’incidenza dei tumori.

La scelta di analizzare l’incidenza oncologica (nuovi casi/anno) ha comportato la restrizione dell’analisi a 18 dei SIN inclusi nel progetto SENTIERI, quelli coperti dalla rete AIRTUM dei Registri tumori. Va notato a questo proposito che uno studio precedente aveva documentato un eccesso di incidenza pari al 9% negli uomini e al 7% nelle donne nell’insieme di 23 SIN (in questo caso si aggiungevano, per 6 SIN, i dati derivati dai registri tumori infantili che in SENTIERI non sono stati utilizzati).

In questo rapporto quindi si trova, per i 18 SIN esaminati, un aggiornamento dei dati di mortalità al 2010 (nel volume precedente analizzava il periodo 1995-2002); l’analisi dell’incidenza oncologica relativa al periodo 1996-2005 in 17 SIN (per il SIN di Trieste non è stato possibile fornire i dati di incidenza oncologica per problemi di ordine metodologico); una prima analisi dei dati di ospedalizzazione relativi al periodo 2005-2010.

Questi tre esiti sanitari sono stati studiati attraverso metodi omogenei applicati a fonti informative certificate, rispettivamente Istat, AIRTUM e Ministero della salute.

Risultati principali

L’analisi, in aggiunta alla mortalità, dei dati riguardanti l’incidenza oncologica e i ricoveri ospedalieri è cruciale. Quando si ha a che fare con patologie ad alta sopravvivenza, infatti, lo studio  della sola mortalità porterebbe a sottovalutarne l’impatto effettivo. E’ il caso, per esempio, del tumore della tiroide, per il quale in alcuni SIN sono stati rilevati incrementi in entrambi i generi per quanto riguarda sia l’incidenza tumorale (Brescia-Caffaro: + 70% per gli uomini, +56% per le donne; Laghi di Mantova: +74%, +55%; Milazzo: +24%, +40%; Sassuolo-Scandiano: +46%, +30%; Taranto: +58%, +20%) sia i ricoveri ospedalieri (Brescia-Caffaro: + 79% per gli uomini, +71% per le donne; Laghi di Mantova: +84%, +91%; Milazzo: +55%, +24%; Sassuolo-Scandiano: +45%, +7%; Taranto: +45%, +32%).

Una seconda novità introdotta in questo nuovo rapporto è la presentazione del profilo di rischio oncologico per le popolazioni dei SIN il cui scopo è identificare, tra le lunghe liste di rischi relativi fornite per ognuno dei siti, una sintesi dei risultati che sia utile per identificare priorità generali per azioni di sanità pubblica. Un primo risultato di questa analisi è che ha poco senso ordinare le 17 aree per gravità come profilo di incidenza tumorale, perché non è possibile definire poche sedi tumorali o pochi SIN come particolarmente compromessi. Quindi, ogni SIN deve essere valutato separatamente.

Da questa analisi emerge tuttavia con forza la gravità della esposizione ad amianto subita dalle popolazioni residenti nei SIN e che risulta evidente, per gli uomini, dai dati relativi al mesotelioma. Eccessi per mesotelioma e tumore maligno della pleura si registrano infatti nei SIN siciliani di Biancavilla (CT) e Priolo (SR), dove è documentata la presenza di asbesto e fibre asbestiformi, ma anche nei SIN con aree portuali (es: Trieste, Taranto, Venezia) e con attività industriali a prevalente vocazione chimica (Laguna di Grado e Marano, Priolo, Venezia) e siderurgica (Taranto, Terni, Trieste): un dato, questo, che conferma la diffusione dell’amianto nei siti contaminati anche al di là di quelli riconosciuti tali in base alla presenza di cave d’amianto e fabbriche di cemento-amianto.

Dall’analisi del profilo di rischio oncologico risulta anche una maggiore incidenza di tumore del fegato in entrambi i generi riconducibile, in termini generali, a un diffuso rischio chimico nei SIN. In generale, i risultati di questo volume relativi a tre esiti differenti risultano, nel loro insieme, coerenti con le precedenti analisi della sola mortalità per il periodo 1995-2002.

In siti più complessi, come quello di Taranto, i risultati di SENTIERI e l’insieme delle conoscenze disponibili attribuiscono un ruolo alle esposizioni ambientali. A Taranto e in altri SIN per i quali le conoscenze sono ricche e solide è ora possibile prevedere procedure di valutazione integrata dell’impatto ambientale e sanitario (VIIAS). Quest’ultima è stata messa a punto sulla base dei risultati dei due progetti europei INTARESE e HEIMTSA13, permette di valutare quanto si può guadagnare in termini di risparmio di malattie e morti premature se si definiscono scenari alternativi di prevenzione primaria. La VIIAS permette infatti di superare il problema posto dal fatto che le valutazioni epidemiologiche e valutazioni del rischio sono tecniche basate su approcci teorici diversi.

La mortalità a Taranto

La mortalità per tutte le cause, tutti i tumori, l’apparato circolatorio, respiratorio e digerente rivela, in entrambi i generi, eccessi rispetto al riferimento regionale; per l’apparato genitourinario l’osservato è compatibile con l’atteso. Le cause specifiche che mostrano eccessi in entrambi i generi sono: le malattie infettive, il tumore maligno del fegato, del polmone, il mesotelioma della pleura, il linfoma non-Hodgkin e, tra le cause non tumorali, le demenze, la malattia ipertensiva e la cardiopatia ischemica, come anche le malattie respiratorie acute e la cirrosi. Nei soli uomini si evidenziano inoltre eccessi per tumore del pancreas, melanoma della pelle e leucemia mieloide, mentre l’infarto del miocardio mostra un deficit. Per il solo genere femminile si osservano inoltre eccessi per tumori linfoemopoietici totali e mieloma multiplo. Anche nelle donne si registrano deficit di mortalità per infarto del miocardio.

 Incidenza oncologica

L’incidenza per tutti i tumori maligni (escluso la cute) è in eccesso per gli uomini e per le donne, analogamente a quanto osservato per il tumore del colon-retto, del fegato, del polmone, il melanoma cutaneo, del rene, della tiroide e del tessuto linfopoietico. Tra i soli uomini si osserva un eccesso per il mesotelioma, il tumore della prostata, della vescica e il linfoma non-Hodgkin. Solo tra le donne l’osservato supera l’atteso per i tumori dell’osso, della mammella, dell’utero (sia cervice sia corpo), il mieloma, la leucemia linfatica, nello specifico quella acuta. In uomini e donne non sono presenti deficit di incidenza oncologica.

 Ricoveri

In entrambi i generi si osserva un eccesso del numero di ricoverati per tutte le diagnosi indagate, tutti i tumori maligni e le malattie dei sistemi circolatorio e digerente; la mortalità per malattie dell’apparato urinario è simile all’attesa. Per le malattie dell’apparato respiratorio l’osservato è simile all’atteso negli uomini e in deficit nelle donne. In entrambi i generi si osservano eccessi di ricoverati per le malattie infettive e numerose sedi tumorali (fegato, pancreas, laringe, polmone, pleura, connettivo e altri tessuti molli, vescica, rene e tiroide) e, tra le cause non neoplastiche, per malattie del sistema nervoso centrale, malattie ischemiche del cuore anche acute, insufficienza cardiaca, malattie cerebrovascolari, cirrosi e nefriti, nefrosi e sindrome nefrosica; sempre in entrambi i generi sono presenti deficit per altri tumori maligni della cute e asma. Nei soli uomini si osservano anche eccessi di ricoverati per tumori del colon-retto, dell’osso, melanoma cutaneo, tumore della prostata e infezioni acute delle vie respiratorie. Solo nelle donne sono presenti eccessi di ricoverate per tumore dello stomaco, dellamammella, dell’utero, dell’ovaio e mielomamultiplo, deficit per lemalattie polmonari croniche.

Patologie per le quali vi è evidenza a priori (sufficiente o limitata) di associazione con le esposizioni ambientali

Per il tumore del polmone, in entrambi i generi si registrano eccessi rispetto al riferimento nelle tre basi di dati analizzate. L’analisi della mortalità per mesotelioma pleurico e di ricoverati per tumore della pleura mostra un eccesso negli uomini e nelle donne; l’incidenza del mesotelioma è in eccesso tra i soli uomini. La mortalità per malattie respiratorie, anche acute, supera l’atteso in entrambi i generi; l’analisi dei ricoverati mostra un eccesso per malattie acute solo tra gli uomini. I risultati dello studio di Comba Pirastu R, Conti S (“Ambiente e salute a Taranto: studi epidemiologici e indicazioni di sanità pubblica”) mostrano che la mortalità secondo il Progetto SENTIERI (1995-2002 e 2003-2009), l’analisi dei trend temporali (1980-2008) e l’analisi dell’incidenza oncologica (2006-2007) evidenziano, in entrambi i generi, eccessi per cause per le quali il ruolo eziologico delle esposizioni ambientali del SIN è accertato o sospettato come plausibile sulla base della valutazione a priori delle evidenze epidemiologiche. Da segnalare è l’eccesso di mortalità nell’infanzia.

Raccomandazioni finali

Primo, il mantenimento della base informativa della coorte della popolazione residente a Taranto con aggiornamento del follow-up e una migliore caratterizzazione delle matrici ambientali e degli alimenti prodotti e consumati in loco; la costruzione di un sistema informativo dell’emergenza sanitaria finalizzata allo studio epidemiologico degli effetti a breve termine (mortalità, ricoveri ospedalieri ed emergenza di pronto soccorso) utilizzando i dati di esposizione della rete di monitoraggio della qualità dell’aria di ARPA Puglia. Tale base informativa permetterebbe infatti di monitorare la dimensione e l’andamento delle malattie respiratorie, anche acute e croniche, che mostravano un aumento di rischio nella precedente analisi di mortalità (1995-2002) nello studio di coorte a livello individuale e su base comunale. Altro argomento d’indagine retroprospettiva e prospettica è costituito dagli eventi riproduttivi (nati pretermine, peso alla nascita, rapporto tra i sessi). Inoltre, la conduzione di uno studio trasversale di grandi dimensioni permetterebbe di caratterizzare la popolazione, le abitudini di vita e il quadro cardiovascolare e respiratorio. Infine, la necessità che i risultati delle indagini sullo stato di salute dei residenti nel SIN e gli interventi di prevenzione debbano essere oggetto di processi di comunicazione, obiettiva e trasparente, al fine di stabilire un clima di fiducia fra cittadini e istituzioni. Hai visto mai…

 G. Leone (TarantoOggi, 10.05.2014)

 

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