Inoltre, una delegazione dell’associazione ambientalista Peacelink ha depositato presso il Nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri di Taranto un dossier che documenterebbe l’inquinamento del terreno e dell’aria a seguito delle emissioni dell’Ilva con riferimento allo scorso mese di aprile. ”Abbiamo anche consegnato – spiega in una nota Luciano Manna, che ha firmato il dossier – due campioni prelevati dal terreno in zona Mater Gratiae che attesterebbero un probabile inquinamento del terreno e della falda mettendo a rischio le piantagioni adiacenti”. Lo stesso dossier è corredato da supporti informatici, foto e video, che attestano le emissioni di ‘slopping’ (le nuvole rosse che si formano nell’area delle acciaierie) avvenute nello stabilimento Ilva di Taranto nelle prime due settimane di aprile. ”Tutto ciò – aggiunge Manna, che ha depositato l’esposto insieme al presidente di Peacelink Alessandro Marescotti – rileva l’importanza da parte dei cittadini di produrre qualsiasi prova che attesti evidenza concreta di inquinamento industriale ai danni del mare, del terreno, dell’aria e della salute dell’uomo”. (Ansa)
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