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Ilva, parla Ronchi: contestazione Ue legata al piano ambientale

TARANTO – “Al momento non ho ancora il testo ufficiale della lettera della Ue di messa in mora dell’Italia per l’Ilva, ma credo che tutto nasca dal fatto che il piano ambientale dell’azienda non è ancora ufficiale”. Così il sub commissario dell’Ilva, Edo Ronchi, commenta la notizia arrivata ieri da Bruxelles secondo la quale la Commissione Europea si accinge a inviare al Governo italiano una nuova lettera (“complementare”) di messa in mora per la violazione di alcuni articoli delle direttive sulle emissioni industriali, operative da gennaio 2004. La Ue aveva avviato la procedura di infrazione verso l’Italia per le violazioni ambientali dell’Ilva nello scorso settembre.

“In giornata – ha precisato Ronchi – prenderò contatti col ministero dell’Ambiente, ma da quello che leggo si parla di rilievi mossi dall’Unione europea in merito alle discariche, ai rifiuti, ai sottoprodotti e alle acque. E’ evidente che la Commissione Europea, nelle sue valutazioni, è rimasta ferma all’Aia di ottobre 2012 mentre se vedesse il piano ambientale, noterebbe che tutti questi problemi sono posti e affrontati con delle soluzioni”. “Ritengo – ha aggiunto Ronchi – che la Commissione Europea si sia basata sui ritardi registrati perchè stando alla legge sul commissariamento, dell’agosto scorso, il piano ambientale doveva essere pronto a novembre, poi la scadenza, con la nuova legge, è stata aggiornata a fine febbraio e adesso anche questa scadenza è superata. Ma noi – ha proseguito il sub commissario dell’Ilva – il piano ambientale l’abbiamo presentato, il Governo l’ha approvato con Dpcm, solo che non è ancora pubblicato sulla “Gazzetta Ufficiale” e quindi, di fatto, è come se non ci fosse. Se il piano ambientale fosse stato ufficializzato, la Commissione europea avrebbe senz’altro preso atto che tutti quei problemi che nell’Aia 2012 non avevano trovato risposta, appunto discariche, acque, sottoprodotti, rifiuti, sono ora nel piano ambientale”.

Secondo Ronchi “lo stesso piano ambientale affronta con maggiore incisività anche il tema delle emissioni. Penso quindi- ha detto ancora – che la conoscenza e l’esame del piano ambientale avrebbe portato la Commissione di Bruxelles a una diversa valutazione e probabilmente a non inviare la lettera di messa in mora all’Italia. Noi, come commissari dell’Ilva, stiamo sollecitando il pronunciamento della Corte dei Conti e altrettanto sta facendo il Governo, ma lo stato dei fatti, per il piano ambientale, è appunto questo. Anche il piano industriale è già pronto. Se il piano ambientale fosse stato pubblicato, lo avremmo reso noto e sarebbe stato così evidente a tutti che non è vero che l’Ilva, come ci si accusa, sta solo prendendo tempo e che procede di rinvio in rinvio”. L’annuncio dell’avvio della procedura di infrazione verso l’Italia per le violazioni ambientali dell’Ilva fu dato dal commissario all’Ambiente, Janez Potocnik, a fine settembre. In quella sede però il commissario Ue, che aveva anche incontrato l’allora ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, si disse fiducioso del fatto che l’Italia nel frattempo sarebbe corsa ai ripari e avrebbe posto rimedio alla situazione dell’Ilva, già oggetto in passato di altre contestazioni da parte dell’esecutivo comunitario. La nuova messa in mora di Bruxelles lascia invece intendere che la Commissione Ue non ritiene adeguate le risposte nel frattempo giunte dal Governo italiano. Un vero e proprio pressing sulla Ue è stato portato avanti nelle scorse settimane dall’associazione ambientalista Peacelink. L’ultimo incontro col commissario Potocnik, Peacelink lo ha avuto lo scorso 10 aprile. E alcuni giorni prima aveva incontrato il presidente del Parlamento Europeo, Martin Shulz. Al commissario all’Ambiente, in particolare, Peacelink aveva portato “tutta la documentazione per evidenziare le inadempienze di Ilva e Governo”. (Agi)

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