“Così mi trovavo io quando sono successi i vari scioperi qui all’altoforno 5 o all’ingresso dello stabilimento. O come quando ho visto il presidio dei lavoratori dell’indotto della Marina dinanzi al monumento del marinaio, vicino al ponte girevole. Ho detto: devo visitarli, devo essere con loro. Non so cosa potrò fare – ha affemato Santoro -, ma non posso passare oltre andando tranquillo alla mia liturgia. L’amore ha bisogno di alzarsi, esprimersi, trasformarsi in azione, con umiltà. E sono stato con le persone del presidio che mi hanno presentato il loro dramma: 250 persone prossime a perdere il lavoro. Non voglio nemmeno immaginare – ha sottolineato l’arcivescovo di Taranto riferendosi al caso Ilva – cosa sarebbe se fossero 11 mila o 20 mila, che dramma umano immane che con tutte forze dobbiamo evitare. E in questo avrete sempre il vescovo con voi”. (Agi)
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