Il 14 marzo gli organi di informazione hanno dato notizia che il Consiglio dei Ministri aveva approvato il “Piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria” per l’Ilva di Taranto, fissando così le azioni e i tempi necessari per garantire il rispetto delle prescrizioni di legge e dell’A.I.A. rilasciata nel 2012. Una approvazione avvenuta a ben due settimane dal termine previsto del 28 febbraio introdotto dall’ultimo decreto sull’Ilva convertito in legge il 6 febbraio 2014.
Siamo arrivati quasi a metà aprile e non c’è notizia della pubblicazione del Piano nella Gazzetta Ufficiale. In altri casi, anche riguardanti l’Ilva di Taranto, la pubblicazione e – quindi – la vigenza dei provvedimenti adottati è avvenuta in tempi brevissimi. In questo siamo arrivati a un mese e ancora non ce n’è traccia. E’ uno scandalo! Anche perché il termine del 28 febbraio, non si può dimenticarlo, a sua volta risultava già prorogato -senza alcuna motivazione- di oltre tre mesi rispetto a quello originariamente previsto.
Senza Piano Ambientale non può esserci il Piano Industriale da cui, in concreto, dipende la possibilità di porre mano alla piena attuazione dell’AIA, da un lato, e alle più volte annunciate modifiche del ciclo produttivo dall’altro con il ridimensionamento dell’area a caldo e l’utilizzo di altre tecnologie produttive,’utilizzo del metano e del ferro preridotto, più rispettose per la salute e l’ambiente. Piano Industriale che dovrebbe (a questo punto il condizionale è d’obbligo!) essere adottato entro 30 giorni dalla pubblicazione del Piano Ambientale.
La versione del Piano Ambientale che abbiamo avuto modo di esaminare ci era sembrata di grande interesse; essa conteneva l’accoglimento, di fatto, di molte delle Osservazioni presentate da Legambiente e risultava di gran lunga migliorativa rispetto alla bozza presentata nel 2013. Volevamo – e vogliamo- verificare il testo definitivo per avere conferma che non ci siano state modifiche o stravolgimenti. Ci chiediamo il perché di questo ingiustificabile ritardo nella effettiva adozione. Quella di Taranto è una tragedia. A nessuno sia consentito trasformarla in farsa.
Legambiente Taranto
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