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“Italia libera da Ogm”, le iniziative della task force composta da 39 associazioni

ROMA – In Italia è partito il conto alla rovescia sugli OGM. Il prossimo 9 aprile, infatti, il Tar del Lazio si pronuncerà sul ricorso presentato da un agricoltore friulano contro il decreto interministeriale che proibisce la semina di mais MON810. Se il ricorso fosse accolto, si rischia di aprire la strada a semine incontrollate di colture OGM con conseguenze drammatiche per la filiera agricola italiana, l’ambiente, le produzioni biologiche, le esportazioni e la libertà di scelta dei cittadini.

La Task Force “Per un’Italia libera da OGM”, composta da 39 associazioni, è in prima linea per difendere i terreni agricoli nazionali. Alcune associazioni, in rappresentanza di tutta la Task Force, hanno presentato un ricorso ad opponendum, e sono al fianco dei Ministeri dell’Agricoltura, dell’Ambiente e della Salute affinché non sia un singolo agricoltore a superare la scelta delle istituzioni fatta nel rispetto della volontà della maggioranza dei cittadini italiani.

Ma se il ricorso dell’agricoltore friulano fosse accolto, la Task Force rinnova l’appello al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e al governo perché venga emanato con effetto immediato un decreto contro le semine OGM e, a partire dal semestre italiano, si impegni in sede europea a elaborare finalmente una chiara iniziativa per impedire coltivazioni geneticamente modificate. Per questi motivi ieri  sono stati allestiti punti informativi della Task Force in una decina di città italiane del centro-nord per informare i cittadini sulle conseguenze e i rischi di coltivazioni OGM. Nella foto l’iniziativa di Bari.

In attesa di un intervento del governo, le Regioni si stanno muovendo. La Regione Friuli ha emanato un regolamento che vieta la semina e la coltivazione di OGM sul suo territorio in caso di successo del ricorso al Tar, ipotesi in cui le associazioni della Task Force presenterebbero comunque ricorso al Consiglio di Stato.

Quasi otto italiani su 10 (76%) sono contrari agli OGM, secondo l’ultima rilevazione condotta da Ipr marketing nel giugno 2013. In Italia abbiamo ancora la possibilità di scegliere e di fermare l’avanzata di un modello agricolo che potrebbe mettere in serio
pericolo l’identità e la distintività di uno dei settori che può contribuire maggiormente alla ripresa economica e occupazionale del Paese.

Distintività, qualità e tipicità sono le strade vincenti in questa fase congiunturale Come dimostra il boom degli acquisti diretti di alimenti garantiti OGM free dai produttori agricoli che nonostante un calo dei consumi alimentari in Italia del 3,7 per cento sono aumentati del 67 per cento nel 2013. e dell’8,8% quello dei consumi di prodotti biologici secondo recenti rilevazioni Ismea GfkEurisko.

La Task Force per un’Italia libera da OGM è composta da:

* Acli * Adoc * Adiconsum * Adusbef * Aiab * Amica * Associazione per l’Agricoltura Biodinamica * Assoconsum * As. Se. Me. * Campagna Amica * Cia * Città del Vino * Cna Alimentare * Codacons * Coldiretti * Consorzi agrari d’Italia * Crocevia * Fai * Federconsumatori * Federparchi * Firab * Focsiv * Fondazione Univerde * Greenaccord * Greenpeace * Isde * Lega Pesca * Legacoop Agroalimentare * Legambiente * Lipu * Movimento consumatori * Movimento difesa del cittadino * Slow Food Italia * Symbola * Uecoop * Una.api * Upbio * Vas * Wwf 

Segui su Twitter: #ItaliaNoOGM

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