“L’operaio – si legge nel comunicato – dal 2007 svolgeva mansioni di “ispezionatore bramme” che prevedono il 4° livello retributivo, anche in base ad un accordo tra azienda e sindacati. In più altri operai con la stessa funzione avevano già acquisito il 4° livello. Tanti sono all’Ilva gli operai che sono inquadrati in livelli inferiori rispetto alle mansioni che svolgono; tanti restano nonostante a volte quasi 15 anni di anzianità sempre al livello iniziale”.
Secondo lo Slai Cobas “questa vittoria deve incoraggiare altri operai dell’Ilva a rivendicare i loro diritti di inquadramento e retributivi, e a fare anch’essi ricorso legale. Non bisogna avere alcuna paura di ritorsioni aziendali. All’operaio in causa nulla è accaduto, se mai è prima di rivolgersi allo Slai Cobas che era discriminato. Ma alla strada dei ricorsi, lo Slai Cobas affiancherà anche la battaglia sindacale, perchè dobbiamo rivendicare un diritto per tutti”.
Forte anche di questa sentenza, il sindacato di base porterà avanti la richiesta che tutti gli operai passino di livello almeno dopo 5 anni, e in particolare chi sta ancora al 3° livello deve passare al 4°. “In una fabbrica siderurgica che comunque ha operazioni complesse – dice lo Slai Cobas – il passaggio di livello deve essere automatico e riconosciuto a tutti i lavoratori”.
SLAI COBAS per il sindacato di classe Ilva – 3475301704
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