Ilva, finalmente approvato – con due settimane di ritardo –  il Piano Ambientale.  Ora, senza rinvii e perdite di tempo, il Piano Industriale da cui, in concreto, dipende la possibilità di porre  davvero  fine ad una storia infinita di danno alla salute e inquinamento ambientale, attraverso il risanamento dello stabilimento siderurgico. Il Piano Industriale, infatti, non potrà non dire parole chiare sul nodo costituito dall’entità delle risorse necessarie per attuare l’AIA e modificare il ciclo produttivo. Le voci e le ipotesi su un diverso assetto produttivo dell’Ilva, con il ridimensionamento dell’area a caldo e l’utilizzo di altre tecnologie produttive, più rispettose per la salute e l’ambiente, dovranno così trovare conferma in ipotesi concrete ed uscire dal novero delle indiscrezioni e delle dichiarazioni d’intenti.
Rispetto al Piano Ambientale, confermato – purtroppo – l’allungamento al 2016 dei tempi concessi per il completamento degli interventi previsti dall’AIA del 2012, verificheremo le eventuali modifiche apportate rispetto alla Bozza su cui, a novembre del 2013, Legambiente ha presentato ufficialmente numerose Osservazioni: Cominceremo col verificare la presenza di prescrizioni su eventuali interventi, monitoraggi o precauzioni da porre in essere, in attesa del completamento delle opere previste dall’AIA, per ridurre i rischi sanitari e le conseguenze sull’ambiente, a partire dai Parchi Minerali, la cui copertura rimane la vera cartina di tornasole dell’effettivo avvio dei risanamento dello stabilimento.
Legambiente Taranto
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