Tre, le motivazioni: la crisi di mercato del fotovoltaico, la necessità di riposizionarsi sul core business che è la trasformazione dell’acciaio, e il fatto di non poter più contare sul partner industriale che forniva le lamine sottili di silicio amorfo inserite all’interno dei pannelli che costituivano le coperture dei tetti degli edifici e dei capannoni industriali. Quindici milioni aveva investito Marcegaglia Builditech nel sito pugliese tra il 2010 e il 2011 sperando in un rilancio. Negli anni precedenti aveva prodotto caldaie industriali. Il gruppo di Mantova era arrivato a Taranto nel 2000 per la crisi Belleli, l’azienda delle piattaforme petrolifere off shore. Attualmente i 132 dipendenti Marcegaglia sono in cassa integrazione straordinaria per 12 mesi a partire da dicembre 2013. In precedenza erano già stati per altri 12 mesi in cassa integrazione. Il fatto che Marcegaglia Buildtech abbia incaricato un advisor viene giudicato positivamente dai sindacati in quanto, si osserva, “l’azienda non abbandona definitivamente il sito di Taranto ma si fa carico della sua reindustrializzazione. Lo stabilimento è nuovo, un investimento importante è stato fatto ultimamente, e quindi – commentano i sindacati – auspichiamo che siano altri operatori del fotovoltaico a rilevarla in modo da abbreviare i tempi di riavvio dell’attività produttiva. Altrimenti dovremmo affrontare un percorso di riconversione con tempi più lunghi. In ogni caso, ascolteremo domani da Marcegaglia Buildtech e dalla Praxi quali primi risultati ha dato la loro ricognizione”. (Agi)
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