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Agricoltura pugliese, M5S: “Occorre intervenire sulla Pac a Roma”

Per sostenere le produzioni pugliesi d’eccellenza, dall’olio di oliva alle altre colture, il testimone dall’Unione Europea passa ora al Governo italiano. La Politica Agricola Comunitaria (PAC), infatti, approvata a Bruxelles conferisce gli aiuti agli agricoltori in funzione della “superficie agricola utilizzata” (SAU) che, per forza di cose, penalizza notevolmente l’Italia che non dispone di terreni dalle grandi estensioni. Per il MoVimento 5 Stelle, dunque, bisogna quanto prima intervenire a livello nazionale per determinare ulteriori elementi sulla PAC, in considerazione delle specificità e caratteristiche italiane. A partire dalla definizione di agricoltore ‘attivo’ su cui, secondo il M5S, bisogna considerare ‘minima’ l’attività di lavoro svolta per almeno 900 ore l’anno.

L’Italia, poi, può applicare ulteriori soglie minime pari a 400 euro per i pagamenti diretti e a 0,5 ettari per quanto concerne la superficie. Da elaborazioni 2013 su dati AGEA risultano 491.664 percettori di contributi PAC di importo inferiore a 500 euro, 226.624 con importi compresi tra 500 e 1.000 euro e 494.739 percettori con contributi superiori a 1.000 euro. “Per il futuro del settore nel nostro Paese – dichiara il deputato Giuseppe L’Abbate (M5S), componente della Commissione Agricoltura – vogliamo che siano i veri agricoltori a ricevere i fondi comunitari. Se pensiamo che una singola pratica amministrativa necessaria ad accedere al pagamento è di circa 250-300 euro, al fine di massimizzare l’impatto delle risorse comunitarie è opportuno concedere pagamenti diretti al di sopra dei 400 euro ed all’ettaro, in relazione alla superficie”.

Per quanto riguarda i pagamenti accoppiati, invece, su cui l’Italia dispone di un massimale di circa 550 milioni di euro, si gioca la partita per il sostegno alle colture di qualità, a quelle eccellenze nazionali stimate in tutto il mondo e vittime di contraffazioni. “Puntiamo ad accordare il pagamento accoppiato alle produzioni di qualità, a quelle che favoriscono l’occupazione ed il recupero delle aree abbandonate nonché il ripristino delle sostanze organiche nel terreno – continua Giuseppe L’Abbate (M5S) – Per questo richiediamo che, per i regimi di sostegno previsti dalla PAC, l’Italia utilizzi la misura massima del 13% destinandolo al settore degli oli di oliva DOP e IGP per contribuire a sostenere i volumi produttivi di alcune eccellenza che rappresentato una significativa quota del PIL nazionale, al settore lattiero-caseario ed al latte crudo proveniente da filiera corta, al settore ovicaprini ed alla carne bovina IGP per evitare l’ulteriore spopolamento delle aree rurali e la riduzione del presidio territoriale e, infine, a colture miglioratrici, arboree storiche e di pregio paesaggistico come gli ulivi monumentali di Puglia”.

Produzioni e colture di qualità, salvaguardia e presidio del territorio con l’agricoltore “custode” e finanziamenti indirizzati ai veri coltivatori e non dispersi nei mille rivoli delle pratiche burocratiche che alimentano più il sistema in sé che il settore primario italiano. Per i 5 Stelle questi gli interventi da attuare sulla PAC 2014-2020, oramai ai blocchi di partenza e su cui urgono scelte rapide, destinate ad incidere fortemente sull’agricoltura italiana per i prossimi 7 anni. “È tempo di scelte importanti che non possono tardare ad esser prese – conclude il deputato 5 Stelle – Noi siamo pronti e disponibili ad ogni miglioria possibile, l’importante che si tratti di soluzioni ragionate in grado di impattare significativamente su un comparto cruciale per l’economia nazionale”.

NOTA STAMPA MOVIMENTO 5 STELLE

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