Il gioco patologico ha assunto, in particolar modo negli ultimi anni, la connotazione di una vera e propria piaga sociale che investe tutta la penisola. Le cifre di questo business sono elevatissime. «Nel 2012 – ha sottolineato la dirigente medico del Dipartimento dipendenze patologiche dell’Asl, Vincenza Ariano – in Italia sono stati spesi 87 miliardi di euro mentre nel 2013 solo poco meno. Questa ingente somma è suddivisa in 9 miliardi per i gestori, 9 per l’erario e il resto è reinvestito nel gioco in tante forme».
A destare ancora più preoccupazione sono le conseguenze psicologiche che il gioco patologico provoca. «Il gioco – ha ribadito la psicologa dell’Asl Margherita Taddeo – è aggregazione, ricreazione ma può assumere anche un aspetto problematico e successivamente patologico. Questo passaggio può avvenire per una diffusione capillare delle opportunità di gioco (centri scommesse, sale slot ecc. ndr.) o dal martellamento pubblicitario in un momento critico nella vita di una persona come può essere la perdita di un lavoro, una crisi matrimoniale ma anche l’adolescenza».
Proprio i ragazzi sono i soggetti più a rischio perchè si trovano in un’età di cambiamento, di fragilità. «Il gioco d’azzardo – ha sottolineato – è una delle peggiori dipendenze e che ha un rischio di suicidio 200 volte maggiore rispetto alle altre assuefazioni. E’ necessaria una forte sensibilizzazione al problema e una informazione corretta».
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