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Verdi Taranto: “Mettiamo parco eolico al posto dell’area a caldo Ilva e non in mare”

Apprendiamo da fonti giornalistiche che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha dato l’autorizzazione alla costruzione di un impianto eolico davanti alla rada del porto di Taranto, nonostante il parere negativo dei competenti uffici regionali, conforme a quelle espresse dal Comune di Taranto e dalla Sovrintendenza dei Beni artistici e paesaggistici. Appare grave che non si sia tenuto conto di tale valutazione che si basa sostanzialmente su tre rilievi:

1) L’impianto sarebbe collocato a ridosso della diga foranea e pertanto aumenterebbe i rischi per la navigazione delle navi dirette al porto in una zona che già li presenta.

2) Nelle vicinanze dello specchio d’acqua interessato esistono i Siti di Importanza Comunitaria. appartenenti ai SIC di NATURA 2000, denominati “Pinete dell’ Arco Jonico” e “Posidonieto Isola di San Pietro Torre Canneto”.

3) La localizzazione dell’impianto è prevista nelle vicinanze della località Lido Azzurro e il parco sarà sicuramente visibile dalla città poiché sarà situato a circa 300 m. dalla costa.

La relazione della ditta afferma di preferire reinstallazione in mare perché la zona è già ricca di industrie e descrive il territorio come a basso valore turistico. Al contrario noi Verdi Taranto siamo qui a dire che nello specchio davanti al porto sono presenti già adesso attività turistiche che si giovano della possibilità di mostrare le bellezze dei due mari e della presenza di delfini e di balenottere, insieme alla nautica da piccolo diporto turistico e a quella da pesca. Tali attività produttive sarebbero certo danneggiate dalla presenza dell’impianto eolico.

Inoltre, i rischi individuati dalla Regione per la navigazione sono veramente allarmanti visto che le navi civili e militari che arrivano a Taranto sono di grandi dimensioni e cariche anche di minerale sfuso che potrebbe facilmente esser disperso. Quanto al rischio di non poter ingrandire il porto di Taranto, lo riteniamo come la condanna a morte per l’economia della città. Cogliamo l’occasione per ricordare che la Puglia produce già quantità significative di energia da fonti rinnovabili senza che per questo sia stata chiusa la centrale di Cerano nell’altro SIN pugliese, quello di Brindisi.

In sostanza questa autorizzazione è una conferma del fatto che l’economia locale viene sempre sacrificata all’interesse nazionale; che si tratti di energia o di siderurgia, non cambia. Come Verdi Taranto proponiamo alle istituzioni locali e alla Regione di chiedere al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti  di voler autorizzare l’installazione delle pale all’interno dell’area a caldo dell’ILVA dopo la messa in sicurezza d’emergenza e la pianificazione di un intervento di bonifica da svolgere in modo coordinato con l’installazione dell’impianto eolico di modo da creare valore aggiunto lì dove quella immensa fabbrica non sarà più attiva.

NOTA STAMPA VERDI TARANTO

 

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