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Terra dei Fuochi, screening su biopsie tumori

NAPOLI – Uno screening sulle molecole tumorali dei pazienti operati per mettere in luce eventuali alterazioni genetiche tra chi vive o è vissuto nella Terra e dei fuochi rispetto alle altre zone della regione. Questa la finalità dello studio promosso dall’Istituto nazionale tumori ‘Fondazione Pascale’, che si caratterizza come il primo progetto scientifico di questo tipo per mettere in evidenza una correlazione diretta tra l’inquinamento ambientale e l’insorgenza di neoplasie. La fase pilota coinvolgerà oltre 300 persone che hanno contratto un tumore ai polmoni e che sono state operate nella struttura napoletana, metà provenienti dalla cosiddetta Terra dei fuochi e l’altra metà dai restanti territori.

Partendo dalle biopsie polmonari già custodite nella banca biologica del Pascale, si studieranno le mutazioni genetiche avvenute su questi tessuti per scoprire se esiste un profilo diverso per chi ha contratto un cancro al polmone nelle aree delle province di Napoli e Caserta maggiormente interessate dall’inquinamento. Se dal primo studio emergerà l’esistenza di almeno un 20% di mutazioni provocate da fattori non conosciuti, come per esempio il fumo, sarà accreditata l’ipotesi di un’incidenza diretta del problema ambientale. “Mentre tanti si limitano a parlare – sottolinea il direttore generale Antonio Pedicini – noi proviamo a dare risposte e lo facciamo utilizzando 87 mila euro dalla quota del 5X1.000, restituendo così ai cittadini le loro donazioni”. Pedicini assicura che i risultati arriveranno “entro il 15 settembre”, prima della fine del suo mandato. Il procuratore capo di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, che per anni si è occupato del clan dei Casalesi e dei traffici illeciti durante la sua attività a Napoli, richiama l’attenzione sul diritto alla salute, “previsto dalla Costituzione ma spesso non garantito”. Ribadisce i limiti della normativa in materia, che in passato hanno reso difficile l’azione della magistratura e che sono stati solo in parte superati con l’ultima legge che ha al centro proprio la Terra dei fuochi e l’area dell’Ilva di Taranto. Invoca infine un impegno maggiore da parte di tutti, ognuno nel proprio settore, per arginare questa emergenza e alle istituzioni, che sono alle prese con “una carenza di fondi”, ricorda che “la salute è una priorità ed è quindi necessario procedere con il monitoraggio del territorio e con le bonifiche delle aree inquinate”. (Agi)

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