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Ilva, parchi secondari: oggi l’ok – Ma chi metterà i soldi?

TARANTO – Sarà emesso questa mattina da parte del SUAP, lo Sporello Unico delle Attività Produttive del Comune di Taranto, il provvedimento con cui si autorizzerà l’Ilva all’avvio dei lavori per la copertura dei parchi secondari. L’atto arriva quasi due mesi dopo la Conferenza dei Servizi dello scorso 20 dicembre, al termine della quale il Comune dette l’ok alla realizzazione dei lavori. Alla riunione parteciparono i rappresentanti degli uffici comunali Urbanistica, Lavori pubblici e ambiente, l’Ilva, l’Asl e il comando provinciale dei Vigili del fuoco.

E’ bene ricordare che l’accelerazione ai progetti arrivò per due fattori: grazie al parere del ministero dell’Ambiente che ha escluso per questi parchi l’ammissibilità alla Valutazione di impatto ambientale (il Comune aveva chiesto un parere in proposito), e grazie al decreto legge 135, pubblicato sulla “Gazzetta Ufficiale” dello scorso 10 dicembre, che ha equiparato le coperture dei parchi minerali a volumi tecnici (come spiegammo nelle scorse settimane). Soltanto in questo modo infatti, si può evitare un impatto sugli indici urbanistici della città (che comunque ci sarà) e quindi sul Piano Regolatore che avrebbe richiesto l’apertura di un’altra procedura (specialmente per quanto riguarda il progetto della Cimolai sulla copertura dei parchi primari).

I parchi in questione sono l’agglomerato nord e sud – due parchi dove viene stoccato il sinterizzato di minerali di ferro destinato agli altiforni – l’Omo coke, dove invece sono stoccati la miscela di minerali di ferro destinati alla sinterizzazione e il carbon coke, e il parco Loppa. Le coperture dei parchi omo coke e dell’agglomerato nord e sud dovranno essere costituite da strutture in legno lamellare con fondazioni in calcestruzzo armato di forma e dimensioni differenti in funzione delle macchine operatrici che lavorano all’interno dei capannoni e dei volumi di stoccaggio richiesti dall’operatività degli impianti.

Per il parco Omo coke invece, saranno adottate strutture ad arco, per i parchi agglomerato nord e sud, invece, edifici tronco-piramidali a pianta poligonale. La superficie complessivamente coperta dalla realizzazione di tali interventi ammonterà a circa 74.120 metri quadrati. I tre parchi che hanno avuto il via libera insieme a due del calcare che però ricadono nell’area del vicino comune di Statte, costeranno complessivamente 80 milioni di euro. Per il Parco Calcare, il Comune di Statte ha rilasciato il permesso a costruire lo scorso 13 gennaio. Per quanto riguarda l’area Parco Nord Coke, l’Ilva ha rinunciato al suo utilizzo (comunicandolo lo scorso 22 novembre). Ciò detto, la domanda che poniamo è sempre la stessa: chi metterà i soldi per la realizzazione di questi lavori?

Gianmario Leone (TarantoOggi, 17.02.2014)

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