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Ilva, Bonelli: “La bonifica è una presa in giro”

TARANTO – «Con le notizie diffuse a livello nazionale c’è il rischio narcotizzazione per questa città. Ci vogliono far passare per allarmisti ma non è possibile che si torni a una situazione di “melassa” e tranquillità come prima dell’azione della magistratura». Sono parole forti quelle che utilizza Angelo Bonelli, consigliere comunale e presidente nazionale dei Verdi, che punta il dito contro la mancata azione delle istituzioni locali nei confronti del polo industriale ionico. L’Ilva, l’operato del governo e le opere di bonifica sono state al centro dell’attenzione della conferenza stampa convocata oggi pomeriggio dal leader politico nazionale nella sede di “Taranto Respira”.

Accanto a lui il presidente di Peacelink Alessandro Marescotti, il presidente di “Taranto Respira” Giovanni Carbotti, la rappresentante dell’associazione Vittoria Orlando e la coportavoce dei Verdi Ada Lenoci. «La bonifica delle aree interne al siderurgico è una presa in giro dei cittadini – afferma Bonelli – perchè di fronte a un danno ambientale ed economico accertato dai custodi giudiziari per 8,1 miliardi di euro si fa credere ai tarantini, con una sapiente campagna di comunicazione che a Taranto si stanno facendo le bonifiche. Niente di più falso. Si investono 66 milioni di euro, con procedure lente, di fronte a un danno inimmaginabile».

Qualcosa, però, era possibile fare. «Uno strumento importante – continua il leader dei Verdi – poteva essere il decreto che sarà approvato nelle prossime ore. In realtà non prevede nulla per le bonifiche ma solo la capacità di intervento per la ristrutturazione degli impianti Ilva. Non si programma nemmeno il pagamento del danno ai cittadini e a quelle categorie professionali, come allevatori e mitilicoltori, che hanno subito un danneggiamento». A tal proposito il consigliere comunale ha sottolineato che «ho chiesto al ministro dell’Ambiente Orlando di destinare a quelle categorie il cui danno è stato certificato dalle autorità dello Stato una piccola parte dei fondi destinati all’ambientalizzazione».

Gli organizzatori della conferenza mettono in risalto che, ad oggi, non è stato ancora presentato l’atto di citazione all’Ilva da parte del Comune. «Nel 2005 c’è stata una sentenza della Cassazione – commenta Bonelli – che dava la possibilità  al Comune, di presentare la richiesta di risarcimento per i danni subiti dalla città. Eppure ancora oggi non è stato presentato nessun documento. Oggi il facente funzioni del sindaco, l’assessore Lucio Lonoce, ci ha detto prossimamente sarà avanzato questo atto,come riferitoci mesi fa. Questo è un fatto molto grave e penso che, ancora una volta, l’autorità giudiziaria debba interessarsi di questo ritardo. Perchè il comune di Taranto non ha citato per danni l’Ilva spa? Devono dare questa risposta. Perchè dopo 8 anni non hanno presentato questa richiesta di risarcimento danni?»

Alessandro Marescotti rincara la dose. «Questa – precisa – è una classe politica che deve essere cambiata perchè non è riuscita a dare semplici risposte ai cittadini. E’ una lotta da portare avanti, uno scontro nei confronti dei decisori politici, che hanno piena responsabilità, di non aver agito per tutelare la salute dei cittadini». Il docente ha spiegato che «il principio “chi inquina paga” non è stato applicato. Ad oggi nessun organismo istituzionale ha rilevato le fonti inquinanti nel quartiere Tamburi, nelle aree di pascolo e nella zona di mare davanti gli scarichi Ilva. Quella è una delle aree più inquinate in assoluto».

Luca Caretta per InchiostroVerde

 

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