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Taranto Futura: «Stop al parco eolico in mar Grande, chiarezza sul ruolo di Bondi nell’Ilva»

TARANTO – Quattro temi di stringente attualità, quattro argomenti di dibattito cittadino che potrebbero incidere sulla futura vita quotidiana dei tarantini e non solo. Sono la realizzazione del parco eolico in Mar Grande, i decreti cosiddetti “salva Ilva”, lo scarico del depuratore di Pulsano-Leporano e il pagamento del canone Rai. Di tutto questo si è occupato l’avvocato Nicola Russo, presidente del comitato “Taranto Futura”, che ha impugnato le decisioni già prese dagli organi competenti e discusso con la stampa dei prossimi passaggi burocratici. L’incontro con i giornalisti si è tenuto questa mattina nel centro sportivo “Magna Grecia”. Con l’avvocato Russo è intervenuto anche l’architetto Carlo Boschetti.

Andiamo per ordine: la realizzazione del parco eolico in Mar Grande. Nei mesi scorsi il ministero dell’Ambiente ha rilasciato l’autorizzazione unica per costruire 10 torri alte oltre 130 metri a 100 metri dal molo polisettoriale. «Il comitato Taranto Futura – afferma Russo – ha impugnato, tramite ricorso straordinario al capo dello Stato, la decisione di costruire un parco eolico in Mar Grande. Questo contrasta con la tutela del paesaggio perché non è possibile costruire 10 torri alte come palazzi da 45 piani nei pressi della città. Abbiamo impugnato la decisione perché tutto ciò è stato fatto senza ascoltare le associazioni ambientaliste in violazione della Convenzione di Aarhus».

La questione ambientale –  dalla realizzazione di strutture che producono energia pulita alle vicende legate all’Ilva – è sempre al centro dell’attenzione. Russo, nelle scorse settimane, aveva fatto ricorso al Tribunale amministrativo regionale del Lazio contro i decreti “salva Ilva”. Il prossimo 23 gennaio ci sarà l’udienza. «Il Tar – continua l’avvocato – aveva chiesto al ministero dell’Ambiente alcune delucidazioni sulla violazione della convenzione di Aarhus perché i decreti sono stati emanati senza coinvolgere i cittadini di Taranto sulla compatibilità del principio di precauzione con la continuazione dell’attività produttiva. In questo caso prevale il principio di precauzione, ma ciò è stato disatteso inspiegabilmente dalla Corte Costituzionale con l’ultima sentenza. Inoltre si discuterà sulla compatibilità della nomina di Enrico Bondi a commissario straordinario. Nel momento in cui abbiamo fatto ricorso il commissario era anche rappresentante dell’Ilva. Ad oggi il ministero dell’Ambiente non ha risposto ma confidiamo in un esito positivo del nostro ricorso che verrà valutato il 23 gennaio».

Altra questione scottante, da diversi mesi, è quella relativa al depuratore di Pulsano e Leporano. «Il progetto per risolvere il problema, secondo gli addetti ai lavori, prevede che le condotte del depuratore arrivino a Faggiano e scarichino nel primo seno di Mar Piccolo. Questa cosa è inaccettabile perché si sta cercando di bonificare il Mar Piccolo. Contesteremo questa decisione e invitiamo altre associazioni ad unirsi a noi». Infine Russo ha citato una sentenza del Consiglio di Stato (la n. 4336 del 30 agosto 2013) che permetterebbe ai cittadini abbonati alle piattaforme distributive di non pagare più il canone Rai. «Il Consiglio di Stato – conclude Russo -, nell’annullare una delibera dell’Agcom, ha detto che le piattaforme distributive diverse dalla Rai, come Sky o Mediaset Premium, hanno diritto a trasmettere la programmazione dell’azienda statale sui loro canali gratuitamente e senza costi aggiuntivi. Ciò significa che gli utenti di queste piattaforme distributive, che pagano un canone, non sono tenute a pagare la tassa Rai perché il servizio dell’informazione è diventato universale. Come Codacons dico agli utenti Sky, Mediaset Premium e abbonati ad altre piattaforme distributive che non sono tenuti al pagamento del canone Rai in quanto non dovuto».

Luca Caretta per InchiostroVerde

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