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Ilva, tempi lunghi per sciogliere il nodo finanziario

E’ in programma domani, in commissione Ambiente (Camera), la votazione degli emendamenti al decreto legge 136 inerente l’Ilva di Taranto e la Terra dei Fuochi. Il testo dovrebbe passare nell’aula di Montecitorio il giorno seguente dalle ore 18.  Dopo il voto della Camera, il provvedimento passerà all’attenzione del Senato per la definitiva conversione in legge. Dei 350 emendamenti presentati, una trentina sono stati dichiarati inammissibili.

Fra i nuovi emendamenti, figura quello relativo all’aumento di capitale dell’Ilva che verrà proposto dal commissario dell’azienda, Enrico Bondi, ai Riva, senza escludere comunque il ricorso a investitori terzi e l’uso dei soldi sequestrati agli stessi Riva dalla Procura di Milano per reati fiscali e valutari nel caso in cui i proprietari dell’Ilva non sottoscrivessero l’aumento.

Spiega il relatore Bratti (Pd):  “Inizialmente avevamo pensato di fissare un tempo limitato di 60-90 giorni entro cui la proprieta’ dell’Ilva avrebbe dovuto dichiarare se accettava o meno di sottoscrivere l’aumento di capitale. Poi, però, ci siamo resi conto che fissare un tempo stretto ci avrebbe creato un problema, poteva ritorcersi contro. Perchè  non è  che trascorsi i 60-90 giorni, ci sarà la disponibilità, come soluzione alternativa, dei soldi sequestrati ai Riva. Inoltre, mi risulta difficile pensare che i Riva accettino senza colpo ferire. Anzi, faranno i loro ricorsi. A cio’ si aggiunga che lo smobilizzo dei beni sequestrati dalla Magistratura non e’ automatico, non e’ immediato. Anzi, da quanto emerge sinora richiedera’ tempi non brevissimi. E allora – sottolinea Bratti – nell’emendamento abbiamo fissato come conclusione il 2014. In sostanza, entro quest’anno il nodo finanziario deve sciogliersi: o con la ricapitalizzazione o con l’uso delle risorse sequestrate”.

Poi c’è l’aspetto sanitario. Bratti aggiunge “che il decreto 136 prevedera’ che per Taranto vada avanti lo studio “Sentieri” dell’Istituto superiore di sanita’ per continuare ad approfondire la correlazione tra gravi patologie, a partire dai tumori, e l’inquinamento industriale. “Lo studio “Sentieri” – afferma ancora il relatore del decreto – diverra’ un punto fondamentale per capire come sta evolvendo la situazione in termini di impatto sulla salute della popolazione dell’area”. Altra novita’ introdotta con gli emendamenti in commissione Ambiente della Camera, e’ che molto probabilmente passera’ dal 70 all’80 per cento il numero delle prescrizioni ambientali avviate dall’Ilva come criterio da tener presente per valutare il periodo transitorio sino al varo del piano ambientale dell’azienda e del successivo piano industriale. Nel decreto 136 questo periodo e’ ancorato a due criteri: miglioramento della qualita’ dell’aria rispetto al periodo antecedente il commissariamento dell’Ilva e avvio di almeno il 70 per cento delle prescrizioni, livello che ora verrebbe ulteriormente innalzato.

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