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Festival Cinema Invisibile, premiato “Alle corde”

Miglior Film 2013, “Noi non siamo come James Bond” di Mario Balsamo e Guido Gabrielli. La giuria del Festival del Cinema Invisibile, composta dal giornalista Francesco Farina, dal regista Angelo Cretella e dal direttore della fotografia Alessandro Lanciato, ha assegnato il titolo all’opera autobiografica con la quale i due autori, partendo dal pretesto della ricerca di un mito, hanno saputo parlare di temi come l’amicizia e la malattia con ottima efficacia narrativa e cinematografica.

Gli stessi giurati hanno, inoltre, conferito due menzioni speciali. La prima al documentario “Jeans e martò” realizzato dalle registe Claudia Palazzi e Clio Sozzani, racconto asciutto ma intenso di una storia vera in cui la ribellione del protagonista alle tradizioni e alla cultura del villaggio africano di provenienza si rivela anche di fondamentale importanza per l’evoluzione e la sopravvivenza del villaggio stesso.

Seconda menzione speciale per “Natura morta in giallo” di Carlo Michele Schirinzi, film dal rigore silenzioso, denso di sottintesi sociali e antropologici che s’intersecano nell’analisi chirurgica dell’autore verso un microcosmo lontano dal fragore della contemporaneità, in cui l’antica sapienza manuale e la routine sostituiscono qualsiasi forma di comunicazione, rivelando una sorta di percorso meditativo.

Importanti riconoscimenti anche per i cortometraggi “Il cappotto di lana” di Luca Dal Canto, migliore sceneggiatura per aver saputo cogliere con leggerezza e profondità assieme il lascito culturale del poeta livornese Giorgio Caproni, e “Alle corde” per la regia dell’autore/attore Andrea Simonetti, capace di far risaltare lo sconcerto del protagonista di fronte alla tragedia umana e ambientale dell’ILVA di Taranto attraverso una personale e precisa scelta stilistica.

Il riscatto, l’indifferenza e la speranza sono i tre temi chiave di questo film. Cosimo cerca il suo riscatto attraverso lo sport, il pugilato, e per poter coltivare e alimentare la sua passione e il suo sogno deve adeguarsi lavorando in fabbrica. Giuseppe vede il riscatto della sua vita nella carriera del figlio: è Cosimo la sua speranza. Cosimo spera in una vita migliore. Entrambi i personaggi sono alle corde, ma essere alle corde significa comunque restare in piedi e avere la speranza di uscirne. Alle corde è anche la città di Taranto, massacrata dal colosso siderurgico, vittima di continue scelte sbagliate. Nonostante le perpetrate vessazioni, anche Taranto, con lo spirito di un pugile indomabile, non è ancora al tappeto.

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