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Ilva, parchi secondari: ok dal Suap

E’ arrivato il via libera del Comune di Taranto per il progetto della copertura dei parchi minerali secondari dell’Ilva. Ieri mattina la conferenza dei servizi riunitasi nella sede del SUAP, lo Sportello unico per le attività produttive, ha dato l’ok ai progetti presentati dall’azienda. Nei prossimi giorni, molto probabilmente all’inizio del nuovo anno, il Comune emetterà il provvedimento con cui autorizza l’Ilva all’avvio dei lavori. Alla riunione di ieri mattina erano presenti i rappresentanti degli uffici comunali Urbanistica, Lavori pubblici e ambiente, l’Ilva, l’Asl e il comando provinciale dei Vigili del fuoco.

La copertura dei parchi è un intervento previsto dall’AIA e finalizzato a ridurre l’inquinamento proveniente dalle aree usate dall’azienda per lo stoccaggio delle materie prime e dei materiali di lavorazione. Lo stoccaggio, infatti, avviene attualmente all’aperto e la copertura dovrebbe evitare la diffusione delle polveri. “Siamo stati nei tempi previsti dalla legge. In 90 giorni abbiamo dato il via libera, considerato che i progetti definitivi sono stati presentati al Comune lo scorso 20 settembre”. Così dal Comune di Taranto si commenta l’approvazione. Ma la verità come sempre accade è un’altra. Visto che l’accelerazione ai progetti è potuta soltanto arrivare sia grazie al parere del ministero dell’Ambiente che ha escluso per questi parchi l’ammissibilità alla Valutazione di impatto ambientale (il Comune aveva chiesto un parere in proposito), sia il decreto legge 135, pubblicato sulla “Gazzetta Ufficiale” dello scorso 10 dicembre, che ha equiparato le coperture dei parchi minerali a volumi tecnici (come abbiamo spiegato nelle scorse settimane). Soltanto in questo modo infatti, si evita un impatto sugli indici urbanistici della città (che comunque ci sarà) e quindi sul piano regolatore che avrebbe richiesto l’apertura di un’altra procedura (specialmente per quanto riguarda il progetto della Cimolai sulla copertura dei parchi primari).

I parchi su cui oggi si è espressa la conferenza del Comune sono l’agglomerato nord e sud – due parchi dove viene stoccato il sinterizzato di minerali di ferro destinato agli altoforni – e l’Omo coke, dove invece sono stoccati la miscela di minerali di ferro destinati alla sinterizzazione e il carbon coke. Le coperture dei parchi omo coke e dell’agglomerato nord e sud dovranno essere costituite da strutture in legno lamellare con fondazioni in calcestruzzo armato di forma e dimensioni differenti in funzione delle macchine operatrici che lavorano all’interno dei capannoni e dei volumi di stoccaggio richiesti dall’operatività degli impianti. Per il parco Omo coke invece, saranno adottate strutture ad arco, per i parchi agglomerato nord e sud, invece, edifici tronco-piramidali a pianta poligonale. La superficie complessivamente coperta dalla realizzazione di tali interventi ammonterà a circa 74.120 metri quadrati. I tre parchi che hanno avuto il via libera insieme a due del calcare che però ricadono nell’area del vicino comune di Statte, costeranno complessivamente 80 milioni di euro. Domanda: ma dopo la sentenza di ieri l’Ilva andrà a prendere i soldi per pagare le aziende che dovranno occuparsi della costruzione delle seguenti opere?

G. Leone (TarantoOggi, 21.12.2013)

 

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