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Porto di Taranto, traffico diminuito del 36,1% – Silenzio su dragaggi e altri lavori

Dopo un settembre in positivo ed un mese di ottobre con un saldo negativo accettabile, nel mese di novembre il traffico delle merci movimentato dal porto di Taranto ha registrato una pesante flessione pari al -36,1% scendendo a 1,8 milioni di tonnellate rispetto alle 2,8 milioni di tonnellate movimentate a novembre del 2012. Le merci allo sbarco sono ammontate a 821mila tonnellate (-56,1%) e quelle all’imbarco a 954mila tonnellate (+5,3%). Nel settore delle merci varie sono state movimentate globalmente 637mila tonnellate (+3,0%), di cui 113mila tonnellate di merci containerizzate (-29,5%) totalizzate con una movimentazione di contenitori pari a 16.348 TEU (-8,6%) e 525mila tonnellate di merci convenzionali (+14,3%). Le rinfuse solide si sono attestate a 820mila tonnellate (-50,5%) e quelle liquide a 317mila tonnellate (-36,4%).

Nei primi undici mesi del 2013 il porto pugliese ha movimentato un totale di 25,6 milioni di tonnellate, con una contrazione del -22,3% rispetto al periodo gennaio-novembre dello scorso anno. Nel comparto delle merci varie il traffico è stato di 6,8 milioni di tonnellate (-22,6%), di cui 1,6 milioni di tonnellate di merci in container (-9,6%) con una movimentazione di contenitori pari a 183.942 TEU (-25,6%) e 5,2 milioni di tonnellate di merci convenzionali (-25,8%). I volumi di rinfuse solide e di rinfuse liquide sono diminuiti rispettivamente del -23,1% e del -18,4% a 14,9 milioni di tonnellate e 3,9 milioni di tonnellate.

Intanto, è calato un silenzio sinistro sulla questione dei lavori al porto. Dopo l’ultima riunione a Roma, svoltasi due settimane fa, tutti tacciono. Nell’ultimo incontro l’Autorità portuale rese noto il nuovo piano relativamente ai tempi di ultimazione dei lavori infrastrutturali al terminal container. Il quale prevedeva che l’ammodernamento della banchina – la cui conclusione prevista dall’accordo di giugno 2012 doveva concludersi a dicembre 2014 – veniva posticipato di un anno: a dicembre 2015. In particolare si conta di ultimare a dicembre 2015 i primi 600 metri su 1200 di banchina del polisettoriale. Il problema però, sono sempre i lavori di dragaggio del corrispondente specchio di mare con la profondità dei fondali che sarà portata a 16,50 metri. I successivi 600 metri di banchina l’Authority prevede invece di completarli entro giugno 2016: questo quanto meno nelle intenzioni.

Il problema è che lavori di ammodernamento non possono essere disgiunti dalle opere di movimentazione dei sedimenti marini in area SIN (Sito di Interesse Nazionale). Dal ministero dell’Ambiente infatti, non è ancora arrivata la VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale) che dia l’ok al progetto. Questo nonostante l’Auorità portuale abbia ottenuto nel mese di agosto dalla direzione generale del ministero delle Infrastrutture e Trasporti il decreto di approvazione del progetto definitivo: atto poi trasmesso al Consiglio superiore dei lavori pubblici.Ma oramai a Taranto, nelle questioni ambientali, nessuno vuole più assumersi la responsabilità di rilasciare autorizzazioni senza prima essere certi al 100%.

Non è un caso se ARPA Puglia e Regione hanno chiesto il mese scorso un ulteriore studio per i dragaggi, propedeutico all’avvio dei lavori: si tratta di uno studio correntometrico, finalizzato alla definizione delle caratteristiche idrodinamiche del sito e che consente, attraverso l’implementazione di un modello di dispersione, di individuare l’areale di distribuzione e d’impatto nel caso si verifichi un fenomeno di diffusione accidentale di sostanze inquinanti e contribuire alla definizione della vulnerabilità del sito, da un punto di vista idrodinamico. E’ dunque oramai chiaro che senza VIA da parte del ministero dell’Ambiente (che attende l’ok da parte di ARPA e Regione Puglia), come peraltro ribadito dallo stesso ministro Andrea Orlando in occasione del convegno sull’Ilva a Taranto l’8 novembre scorso, i lavori per il dragaggio non partiranno. Inoltre, spifferi provenienti dalla Regione segnalano anche ritardi sulla vasca di colmata che dovrà essere realizzata utilizzando lo yard Belleli. E senza i dragaggi, un fantasma che ci portiamo dietro da oltre dieci anni, il futuro del porto di Taranto naufragherà insieme a tutto il resto, visto che parliamo di circa 2.300.000 metri cubi di fondale da bonificare. E che parte di essi parte sono “contaminati”.

G. Leone (TarantoOggi, 19.12.2013) 

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