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Ilva, rottame: Tar accoglie parte del ricorso

TARANTO – I 300 milioni di euro di garanzie finanziare chiesti dalla Provincia di Taranto all’Ilva sono troppi. Lo ha sentenziato il TAR di Lecce, accogliendo parzialmente il ricorso presentato dal colosso siderurgico e dall’allora legale rappresentante Bruno Ferrante, tramite i legali Francesco Perli e Francesco Flascassovitti. Il tribunale amministrativo ha infatti ritenuto irricevibile una parte del ricorso alla luce delle mutate condizioni legislative venutesi a creare dopo il decreto di Commissariamento dell’Ilva. Sulla parte invece accolta viene rimarcato in maniera più che esaustiva il concetto di “end of waste” del rottame siderurgico sulla base del Reg. Cons. UE n. 333/2011. Inoltre le “garanzie non vanno prestate per le attività di gestione rifiuti non esercitate in quanto esiste una naturale correlazione tra l’effettiva gestione dei rifiuti e l’obbligo di prestare garanzie finanziare allo scopo di tenere l’Amministrazione indenne dai costi (eventualmente sopportati per inadempienza del gestore) per lo smaltimento dei rifiuti ed il ripristino ambientale”.

A questo si aggiunge anche che, se il materiale assolve le condizioni previste dall’art. 184-ter del decr. legisl. n. 152/06 “per la cessazione della qualifica di rifiuto”, cessa di fatto di esserlo e quindi non risulta soggetto alla necessità della presentazione di garanzie finanziarie. Infine, anche nel caso di un utilizzo interno alla presenza della certificazione ambientale UNI EN ISO 14001 del Sistema di Gestione Ambientale, l’azienda può beneficiare della riduzione del 40% delle garanzie finanziarie da presentare all’ente preposto. Una sentenza, l’ennesima, destinata a diventare un precedente anche in materia giuridica, soprattutto per gli operatori siderurgici, tanto commercianti di rottame, quanto acciaierie.

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