Dunque un nuovo decreto per un nuovo inganno, che ci fa giungere così al quinto d.l. “pro-Ilva”: un decreto salva-commissari che rende nulle le sanzioni previste dall’AIA del 2012 e consente la prosecuzione di un’attività oramai palesemente fuorilegge, in barba a tutte le normative italiane ed europee. Con l’applicazione di questi decreti il principio del “chi inquina paga” è reso nullo, come nulla diviene la tutela dell’ambiente. E ancora una volta nulle sono la salute e la vita dei cittadini di Taranto, subordinati alla produzione, i cui diritti sono offuscati da un ennesimo decreto inaccettabile con licenza d’inquinare ed uccidere. Il Governo dimostra d’ignorare nuovamente quanto questa terra abbia già dato, sia in termini di vite umane che di prospettive economiche ai limiti dell’estinzione, non considerando affatto ciò di cui la città ha invece bisogno : un progetto unico, una piattaforma di intenti e competenze che abbia come fine quello di determinare la rinascita culturale, turistica ed economica e che valorizzi la vera vocazione del territorio, certamente non industriale.
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