Intanto, Cementir e Autorità portuale di Taranto si rivedranno a gennaio per valutare le eventuali condizioni di agibilità della calata quattro del porto di Taranto. E’ quanto deciso ieri nell’incontro programmato tra le parti ieri. La Cementir, infatti, utilizza da anni la calata quattro dello scalo ionico (300 m di lunghezza con pescaggio di 12,5 m e un tratto di 167 metri lineari del 4° Sporgente Levante) dove svolge operazioni di carico e scarico di cemento per un volume annuo di circa 400.000/500.000 tonnellate. Il collegamento tra l’accosto portuale e l’impianto cementiero è assicurato da un ponte mobile – con una portata di 2.400 sacchi/ora o 400 t/ora di clinker – e da un nastro trasportatore.
Il problema è che ora la Cementir dovrà far spazio sulla stessa calata alla Terminal Rinfuse ed alla consorziata Italcave. Quest’ultime dovranno infatti lasciare libera l’area del molo polisettoriale, che andrà interamente alla Taranto Container Terminal (l’intesa, dopo un ricorso al TAR che rischiava di far naufragare l’Accordo per il rilancio del porto, fu raggiunta il 3 luglio quando Terminal Rinfuse e Italcave sottoscrissero l’accordo per la razionalizzazione dell’utilizzo di aree demaniali e di banchine comprese nell’ambito portuale già firmato in precedenza dall’Ilva, dalla Cementir Italia, dalla Regione Puglia e dal Comune di Taranto oltre che da Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti), per riposizionarsi sulla calata quattro che, dunque, diventerà lo scalo per le due aziende.
“Prima di decidere il lay out – ha spiegato Sergio Prete, presidente dell’Autorità portuale di Taranto – aspettiamo le conclusioni di uno studio tecnico sulla staticità della banchina. Dal responso che avremo dipenderà infatti la possibilità di utilizzare le gru che scorrono su rotaia oppure quella su gomma. La scelta non è ovviamente ininfluente rispetto all’organizzazione degli spazi tra le due imprese e perciò ci rivedremo con Cementir non appena a gennaio avremo questo studio”.
Ciò detto, al termine dell’incontro di ieri, l’Autorità portuale ha tenuto a ribadire che le decisioni sulla calata quattro non hanno e non avranno diretta influenza in merito alla permanenza della Cementir a Taranto. Nei giorni scorsi, infatti, nell’annuncio dato ai sindacati sulla chiusura dell’area a caldo a partire dal nuovo anno, tra le motivazioni che la Cementir aveva addotto, vi era anche l’incertezza sull’utilizzo delle aree del porto con l’azienda che si era detta in attesa di conoscere le soluzioni che avrebbe proposto l’Autorità portuale: quest’ultima però, ieri ha dichiarato che se la Cementir ha deciso di ridimensionare la sua presenza a Taranto, lo fa anzitutto per altri motivi e non certo per un problema di utilizzo di banchine. Ennesima conferma di quanto scriviamo da mesi: ovvero che Caltagirone aveva deciso di abbandonare Taranto già lo scorso aprile.
G. Leone (TarantoOggi, 15.12.2013)
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