Si ha la netta impressione che per ottemperare alla prescrizione che impone agli enti locali trasparenza nella comunicazione dei dati relativi all’inquinamento, il Comune abbia deciso di mettere una pezza a colori limitandosi al minimo indispensabile: divulgare dati sostanzialmente vecchi. Ma che se ne fanno i cittadini di informazioni ormai largamente superate? Inoltre, va precisato, che sul sito di Arpa Puglia è possibile estrapolare i dati giornalieri (anche fino al giorno prima) relativi ai singoli inquinanti e alle diverse centraline collocate sul territorio ionico. Occorre soltanto dedicarci un po’ di tempo. Anche il presidente di Federfarma ha espresso perplessità sull’utilizzo di informazioni datate ed ha spiegato che per la pubblicazione dei dati sui display delle farmacie bisognerà aspettare i tempi tecnici necessari per organizzarsi al meglio.
Tra l’altro non ci sembra neanche opportuno fornire alla cittadinanza informazioni così parziali, non adeguatamente contestualizzate. L’assessore Baio fa notare che i dati di ottobre sulla qualità dell’aria di Taranto sono estremamente positivi. Come abbiamo osservato durante la conferenza stampa, però, la verità va detta tutta: in questo periodo sono spente ben sei batterie delle cokerie Ilva su un totale di 10 e ci sono altri impianti a forte impatto inquinante fermi in attesa del completamento degli interventi di ambientalizzazione. Insomma, si rischia di illudere i tarantini presentando uno scenario da Mulino Bianco. E’ la stessa Arpa Puglia, nella parte finale della relazione che copre il periodo gennaio-ottobre 2013, a dire cosa ci aspetta in futuro: quando gli impianti torneranno a regime riemergeranno anche le criticità ambientali. Ecco, perché, bisognerebbe smetterla di vivere alla giornata. A tutti i livelli.
Alessandra Congedo
Ecco cosa scrive il dottor Roberto Giua, responsabile del Centro Regionale Aria – Arpa Puglia, nella relazione citata: “L’ancor più chiara correlazione fra le emissioni industriali del complesso siderurgico e la qualità dell’aria nel Quartiere Tamburi rende di particolare criticità il possibile riavvio di tali impianti, dopo i lavori programmati da ILVA, in relazione al verosimile, nuovo apporto emissivo ed al conseguente, possibile nuovo decremento dei livelli di qualità dell’aria”.
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