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Porto di Taranto, vince un consorzio – Assegnati i lavori per la banchina

L’Autorità portuale di Taranto ha aggiudicato ieri, come previsto, i lavori per l’ammodernamento e la riqualificazione della banchina del molo polisettoriale. I lavori sono stati appaltati ad un consorzio costituito da tre imprese: C.C.C. Cantieri Costruzione Cemento spa (di Musile di Piave, in provincia di Venezia), Salvatore Matarrese spa di Bari ed Icotekne spa di Napoli. L’associazione temporanea di imprese su un lavoro a base d’asta di 61,758 milioni di euro, ha offerto 46.834.839 milioni di euro. Non è un’offerta con ribasso ma si tratta, secondo quanto dichiarato dall’Authority, “dell’offerta economicamente più vantaggiosa”. Ieri la commissione tecnica insediata dall’Autorità portuale ha aperto le buste con le offerte delle 11 imprese candidatesi ad eseguire l’intervento e non essendo state registrate offerte “anomale” si è potuto procedere con l’assegnazione provvisoria: apertura del cantiere prevista per l’1 febbraio. Le ditte aggiudicatarie dell’appalto avranno ora a disposizione 45 giorni di tempo per presentare il progetto esecutivo. Nelle scorse settimane la stessa commissione ha vagliato tutte le migliorie tecniche proposte dalle imprese relativamente al progetto e al recepimento delle prescrizioni del Consiglio superiore dei Lavori pubblici.

Tutto questo, è bene ribadirlo ancora una volta, in attesa che dalla prossima riunione del DISET, il Dipartimento delle economie territoriali che fa capo alla presidenza del Consiglio dei Ministri, arrivi l’intesa sul nuovo cronoprogramma per i lavori studiato dall’Autorità portuale di Taranto, che prevede l’ultimazione nel dicembre 2015 dei lavori alla banchina e dei dragaggi. Il nuovo crono programma, trasmesso lunedì alla presidenza del Consiglio, prevede che l’ammodernamento della banchina – che secondo quanto previsto dall’accordo di giugno 2012 doveva concludersi a dicembre 2014 – sia posticipato di un anno a dicembre 2015. In particolare si conta di ultimare entro quella data i primi 600 metri su 1200 di banchina. Insieme ai lavori di dragaggio del corrispondente specchio di mare con la profondità dei fondali che sarà portata a 16,50 metri, TCT potrà operare e rilanciare il traffico container che negli ultimi due anni a Taranto, per effetto della crisi e dello spostamento di due linee di Evergreen al Pireo, marca un costante e continuo regresso in termini di movimentazione. I successivi 600 metri di banchina l’Authority prevede invece di completarli entro giugno 2016: questo quanto meno nelle intenzioni. Ora si attende il riscontro delle diverse amministrazioni pubbliche interessate affinché si possa arrivare alla definizione di un nuovo accordo sul porto di Taranto. Nella riunione di venerdì scorso, sia il ministero della Coesione territoriale che il DISET, hanno inoltre ravvisato la necessità di costituire una task force che affianchi il presidente dell’Autorthy di Taranto, Sergio Prete, che è anche commissario di Governo per i lavori infrastrutturali, proprio per evitare nuovi ritardi sui tempi dei lavori.

Il problema, come riportato nei giorni scorsi, è che i lavori di ammodernamento non possono essere disgiunti dalle opere di movimentazione dei sedimenti marini in area SIN (Sito di Interesse Nazionale). Dal ministero dell’Ambiente infatti, non è ancora arrivata la VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale) che dia l’ok al progetto. Questo nonostante l’Autorithy abbia ottenuto ad agosto dalla direzione generale del ministero delle Infrastrutture e Trasporti, il decreto di approvazione del progetto definitivo: atto poi trasmesso al Consiglio superiore dei lavori pubblici.

Nel nuovo crono programma è inoltre previsto che il ministero dell’Ambiente rilasci entro il 13 dicembre, come data ultima, il via libera ai dragaggi. Iter ulteriormente rallentato dal fatto che ARPA Puglia e Regione hanno chiesto un nuovo studio correntometrico, propedeutico all’avvio dei lavori, finalizzato alla definizione delle caratteristiche idrodinamiche del sito e che consente, attraverso l’implementazione di un modello di dispersione, di individuare l’areale di distribuzione e d’impatto nel caso si verifichi un fenomeno di diffusione accidentale di sostanze inquinanti e contribuire alla definizione della vulnerabilità del sito, da un punto di vista idrodinamico. Uno strumento necessario anche alla definizione di un corretto disegno di campionamento delle matrici ambientali.

Infine questa mattina rappresentanti dell’Authority e di TCT saranno a Roma, al ministero del Lavoro, per avviare il discorso relativo alla proroga della cassa integrazione per le circa 500 unità della stessa TCT, cassa prevista nell’ambito dell’accordo di giugno 2012 e che scadrà nella primavera del prossimo anno in quanto parametrata con i tempi dei lavori che, nella realtà, hanno però subito uno slittamento di non poco conto.

G. Leone (TarantoOggi, 21.11.2013)

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