“Alla luce del Rapporto di Valutazione del danno sanitario di ARPA Puglia, Ares Puglia e Asl Taranto” il Comune di Taranto chiede “di applicare da subito una riduzione ulteriore (rispetto a quanto previsto dal riesame AIA 2012) della capacità massima produttiva dello stabilimento Ilva di Taranto”. Questo, si sottolinea, “al fine di ridurre le emissioni massiche annue nella loro globalità, così da applicare il principio di precauzione, a cominciare dai singoli impianti oggetto di ritardi e diffide dell’autorità competente”. La richiesta del Comune di Taranto è contenuta in un documento di cinque pagine di osservazioni al piano delle misure ambientali dell’Ilva. Il tetto produttivo fissato dall’AIA 2012 per l’Ilva di Taranto è di 8 milioni di tonnellate di acciaio l’anno.
Il Comune chiede poi “di recepire il redigendo adeguamento della VDS (Valutazione danno sanitario) alle nuove linee guida e di utilizzare i dati derivanti dalla rete di biomonitoraggio prescritta e implementata nel piano, nonché dal piano di monitoraggio sanitario, quali indicatori utili anche nella fase di post adeguamento”. Il Comune chiede anche “di limitare da subito l’esercizio degli impianti laddove gli enti di controllo hanno riscontrato ritardi dell’applicazione dell’AIA secondo modalità quali-quantitative da concordarsi con gli stessi e con le autorità sanitarie coinvolte nella redazione della VDS.
Come indicato dagli esperti – afferma il Comune -, se è opportuno che “fino alla completa ultimazione degli interventi strutturali degli impianti che subiscono un arresto per l’adeguamento, gli stessi non sono autorizzati a riprendere l’esercizio”, è altrettanto opportuno “ridurre l’esercizio e le corrispettive emissioni laddove non si è neanche cominciato ad eseguire gli interventi previsti. Purtroppo molti dei ritardi accumulati – evidenzia ancora il Comune – riguardano impianti indicati come particolarmente impattanti già nel riesame AIA 2012 ed infatti inseriti fra gli interventi da far partire da subito”. Infine il Comune evidenzia “la straordinaria opportunità, in una fase di commissariamento aziendale, di avviare un processo, non reversibile, volto a sostituire gli impianti esistenti con nuove tecnologie, che rendano non più necessari gli impianti più inquinanti nella loro attuale potenzialità”. (dal TarantoOggi del 14.11.2013)
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