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Porto di Taranto, pressing sulla Tct – Domani riunione a Roma

TARANTO – “Venerdì ci sarà un incontro a Roma tra gli azionisti della Taranto terminal container (TCT), rappresentanti del Governo e dell’Autorità portuale. Se non ci saranno rassicurazioni sugli investimenti e sulla data di conclusione dei lavori di infrastrutturazione, ci saranno altre proteste. Noi non ci fermiamo”. Lo ha sottolineato Oronzo Fiorino della Filt Cgil di Taranto durante il sit in di protesta dei lavoratori della TCT, società che gestisce il molo polisettoriale, che ha minacciato un suo disimpegno se non saranno indicati tempi certi per i lavori previsti nel porto di Taranto, ritenuti indispensabili per proseguire le attività di movimentazione dei container.

“Lunedì – ha aggiunto Fiorino – saremo sotto la sede dell’Autorità portuale a chiedere conto di quanto emergerà nell’incontro romano. Noi riportiamo le preoccupazioni dei lavoratori per l’incertezza che caratterizza il loro futuro occupazionale”. Sono infatti 500 i dipendenti della TCT, di cui sono azionisti di maggioranza Hutchinson ed Evergreen – attualmente in cassa integrazione a rotazione per 24 mesi dopo l’accordo del maggio dello scorso anno (che ha scongiurato 160 esuberi). Cento sono impiegati e quadri e 400 gli operai. “I vertici di TCT – ha puntualizzato il rappresentante della Filt Cgil – hanno detto che non hanno intenzione di abbandonare Taranto e che anzi c’é l’idea di aumentare i carichi di lavoro con l’eventuale allargamento ad altre compagnie, ma chiedono garanzie sulle opere infrastrutturali. Pretendiamo che questa vicenda sia chiusa a Taranto, in Prefettura. Se non avremo una data certa sulla risoluzione della vertenza, riprenderemo la lotta e non escludiamo una manifestazione a Roma”.

Il sit in dei lavoratori si è concluso nel primo pomeriggio. Lo sciopero di 24 ore terminerà, invece, alle 7 di questa mattina. Nella giornata di ieri sono stati garantiti i servizi minimi, ma sono state sospese le prestazioni di lavoro straordinario e le relazioni industriali. La decisione di arrivare ad uno sciopero i sindacati l’avevano presa all’indomani del vertice a Roma tra gli azionisti di TCT, l’Autorità portuale e il ministro della Coesione territoriale, Carlo Trigilia. Per i sindacati la presa di posizione di TCT è un vero e proprio “ricatto”: del resto l’azienda non ha ancora presentato un piano industriale. Nella giornata di domani, si terrà a Roma quella che dovrebbe essere l’ultima riunione sui lavori previsti al terminal container, tra cui l’ampliamento della banchina da 1800 metri e i dragaggi dello specchio di mare antistante, non ancora partiti, mentre a metà del 2014 si renderà necessario prorogare gli ammortizzatori sociali al personale di TCT. In quanto ai lavori, l’Autorità portuale sta concordando con TCT una nuova scaletta di tempi prevedendo la consegna della banchina del molo polisettoriale ammodernata a dicembre 2015, se non per gli interi 1800 metri, quanto meno per i primi 600 metri in modo da consentire alla società di operare e far attraccare a Taranto le navi portacontainer di ultima generazione.

Intanto, lo scorso mese il traffico nel porto di Taranto è diminuito del -6,3% scendendo a 2,28 milioni di tonnellate rispetto a 2,43 milioni di tonnellate registrato nell’ottobre 2012. Le merci allo sbarco sono ammontate a 1,16 milioni di tonnellate (-12,0%) e quelle all’imbarco a 1,12 milioni di tonnellate (+0,5%). Le merci varie sono calate del -7,9% a 730mila tonnellate, di cui 172mila di merci in container (+43,2%) e 558mila di altre merci varie (-17,0%). Le rinfuse liquide sono cresciute del 66,5% a 403mila tonnellate, mentre le rinfuse solide sono diminuite del -18,0% a 1,14 milioni di tonnellate. Nei primi dieci mesi del 2013 il porto pugliese ha movimentato 23,83 milioni di tonnellate di merci, con una contrazione del -21,0% rispetto a 30,18 milioni di tonnellate nel periodo gennaio-ottobre dello scorso anno.

G. Leone (TarantoOggi, 14.11.2013)

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