TARANTO – Riceviamo e pubblichiamo una nota di Fabio Millarte, presidente del Wwf Taranto, che si sofferma sul convegno su ambiente, salute e lavoro organizzato dall’arcidiocesi di Taranto in collaborazione con Lumsa, Università degli Studi di Bari e Politecnico di Bari
Poi ci sono i vecchi impianti, come gli agglomerati dismessi, un altoforno, centinaia di tonnellate di amianto, oli e lubrificanti. Praticamente, con quella somma, ci fanno una pennellata e poi tutto giù nelle discariche, come accade di solito per le bonifiche all’italiana. Eppure, non si sente parlare di risarcimento a favore di una città distrutta. Non si risponde alla sollecitazione proveniente dal pubblico che chiede giustizia. I soldi li dovrebbe mettere Riva, ma Orlando fa spallucce. Dice che è un miraggio. Questo è lo Stato italiano. Alla fine i soldi li metteremo noi cittadini con le nostre tasse e con la nostra pelle, perché, continuando a produrre per garantire la bonifica, di fatto si continua a fare soldi sulla nostra pelle. Credo che questo già basti per indignarsi e pretendere, finalmente, una classe politica all’altezza. Invece no!
Taranto dorme. Non capisce perché oggi ci sono file infinite alle porte della città. Non sa che c’è un manipolo di personaggi che decide sulla sua vita e garantisce la continuità produttiva di un’azienda alla canna del gas. Proprio quel gas che sostengono debba essere la svolta pulita del nuovo volto dell’Ilva. Eppure oggi Orlando ha speso poche parole su questa fantomatica sperimentazione, forse perché è fallita e si vuole mandare avanti la baracca accendendo nuovamente un altoforno senza neanche una mano di vernice nuova?
Il ministro Lorenzin ha fatto una bella figura, forse la migliore da quando si è diplomata: è andata via dopo dieci minuti di “toccanti parole”. Grazie. Magari andassero via cosi facilmente tutti i responsabili del disastro. Gli spettatori, come in un reality show, battevano le mani solo ai propri beniamini, disdegnado gli avversari, come se non respirassero la stessa aria. Infine, un nota positiva: un’ambientalista ha consegnato una sagoma al ministro tra lo stupore generale, in un incontro ingessato e poco partecipativo.
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